Lo scorso 13 Agosto nell’ambito del progetto comunale del Comune di Ischitella per il potenziamento delle infrastrutture turistiche di Foce varano, oltre ad essere inaugurata una pista ciclabile che costeggia il mare, un anfiteatro con adiacente un parco gioco, vi è stata anche l’inaugurazione di un bellissimo monumento bronzeo realizzato dalla scultrice Aurora Russi ed ispirato alla leggenda della città Uria.
“ URIA….. TRA STORIA E LEGGENDA”
Il racconto sulla mitica città di Uria sommersa dalle acque e tramandato dai nostri avi, da sempre ha suscitato in me un fascino particolare, tale da approfondire e proporre in chiave artistica-scultorea la vicenda stessa. I pescatori narravano durante le battute di pesca, interpretando il suono cupo somigliante al muggito di un toro ferito che si eleva dal lago soprattutto durante le giornate ventose, un suono che la gente del posto chiama “vocian-taure”: vocem – Tauri urlante dall’abisso o voce del Tauro mitico governatore della dissoluta città di Uria sommersa per castigo divino, presumibilmente tra il V- VI sec a.C. Il Re prende nome dalla catena montuosa “Tauro” situata nell’allora Anatolia conosciuta sia dai Fenici che dai Greci che sbarcarono sulle nostre coste. Anticamente, secondo alcune fonti , Uria era sita ad oriente del lago di Varano, da cui fondali riaffiorano leggendari campanili e resti di rovine murarie . Oggi con studi più recenti sostenuti dall’archeologia, si cerca di ubicare in maniera più certa e scientifica l’antica città che credenza vuole sia stata inondata dalle acque. Acque torbide e minacciose fermate da una fanciulla umile e gentile di nome Nunzia, che abitava in una casetta alle sponde del lago, si dice che mentre incombeva il cataclisma lanciò il gomitolo quietando la furia dell’evento; nella fantasia popolare la donna che filava al fuso era la Vergine Annunziata, su questo tema si sbizzarrirono poeti e scrittori ; il suo ricordo è fissato nella chiesetta del Crocefisso di Varano che da lei prende il nome, ed è in quella direzione che è posizionato il gomitolo bronzeo visibile al di sotto del livello dell’acqua simbolo del lago. Gli abitanti salvati nelle vicine montagne e boschi di carpini, ischi e altri arbusti diedero origine a Carpino, Cagnano, Ischitella . Il ricordo di Uria trapela ovunque: dalle denominazioni di strade, piazze, associazioni culturali, società ed istituzioni pubbliche.
La composizione scultorea è accolta all’interno di una conchiglia sostenuta da massi che fungono da scoglio. Le figure bronzee a grandezza naturale, si sviluppano su due livelli differenti: il Tauro in basso sprofonda fra i ruderi della sua città su cui poggia in bilico continuando a dar vita alla “vociantaure” riecheggiante nel tempo che – se pur colpevole – come un toro imbrigliato e punito, avrà ormai scontato la pena dei delitti antichi. La sua corona frantumata simboleggia la sua imminente decadenza, mentre sorpreso dagli eventi si volge e punta implorante la fanciulla rappresentata nell’atto di fermare il cataclisma. La donna risponde all’evento con una scattante torsione del tronco e della spalla che ne accentua il movimento e la sua potenza spirituale. Protende decisa il braccio bloccando l’impeto degli elementi e sul palmo della sua mano destra prende forma l’immagine del sacro suono “radice” della creazione che sta a sottolineare la transizione che segna la fine ed un inizio di un ciclo che si rinnova nel tempo. La scelta della tematica è dettata dall’esigenza di recuperare le tradizioni popolari territoriali a lungo dimenticate che possono trovare così nell’espressione artistica-scultorea una degna commemorazione continuando a dar vita alla leggendaria città di Uria e ai suoi protagonisti nei secoli a venire.
Nunzia Aurora Russi