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Grotta dell’orrore: al via le operazioni per recuperare il quarto scheletro

L’uomo sarebbe stato ucciso con due colpi di pistola alla testa.

 

Sono in corso le operazioni per recuperare il quarto scheletro trovato ieri mattina all’interno della grotta di Zazzano, nelle campagne di San Marco in Lamis dove dall’inizio del mese sono stati trovati i resti di quattro persone, quasi sicuramente vittime della lupara bianca.
Ieri nel corso degli scavi gli speleologi hanno recuperato i resti di un quarto scheletro. Il cranio era avvolto in una busta di plastica e sulla parte sinistra della zona occipitale vi erano due fori, quasi sicuramente provocati da un’arma da fuoco. Una vera e propria esecuzione mafiosa a dimostrazione, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che quella grotta era il cimitero della mafia, dove sono stati gettati i corpi di persone uccise forse nell’ambito della faida del Gargano, la rivalità tra gli allevatori del promontorio che da oltre trent’anni vede in guerra tra loro diverse famiglie.
Questa mattina gli speleologi sono scesi all’interno della grotta con una barella per recuperare i resti umani evitando che possano rompersi nel corso delle operazioni per portare il superficie  lo scheletro.
La settimana scorsa era stato recuperato uno scheletro, trovato in un sacco di iuta e incaprettato con una corda di colore rosso. Stessa corda che legava anche i polsi di uno dei due scheletri trovati nella stessa grotta il 4 agosto scorso. E in attesa degli esami del dna, utili per dare un nome alle quattro persone uccise e i cui corpi sono stati gettati, gli investigatori sperano di poter avere informazioni utili per l’indentificazione dei corpi dagli oggetti, dalle scarpe ai maglioni, recuperati accanto ai resti umani.