In tutto il mondo l’azione di contrasto all’alcol ed alle droghe sta cambiando. Anzitutto è fortemente cambiato il fenomeno . Il consumo ,l’abuso e la dipendenza da fenomeni giovanili e di marginalità sociale ,quali sono stati a partire dagli anni 80 del secolo passato , sono divenuti oggi fenomeni estesi che riguardano persone di tutte le età e ceti sociali. Le prime politiche di contrasto hanno riguardato le linee generali di prevenzione e cura del fenomeno ed i servizi che se ne occupano .Le leggi ,di fatto, non puniscono l’uso individuale entro limiti minimi e sostengono soprattutto il principio della dissuasione educativa e delle cure sanitarie e sociali .Nonostante i principi liberali che le animano gli esiti della scelta alcolica o stupefacente nascosti per molti anni sono ormai divenuti evidenti nella frequenza e gravità degli incidenti stradali, sul lavoro , e nei drammi di vita familiare ed di tanti altri traumi fisici ed affettivi . Oggi per essere più efficaci di fronte a tutto questo si sente più la necessità di fare in modo che lo Stato e le istituzioni del territorio cooperino all’azione educativa delle famiglie ed alle cure necessarie almeno per quei comportamenti socialmente più pericolosi (guida sotto effetto di alcol e sostanze , utilizzo di sostanze in luoghi pubblici ecc).Si è visto di fatti che spesso le famiglie non ce la fanno da sole a contrastare alcol e droghe se le istituzioni non le aiutano in modo concreto .Le ordinanze comunali che si stanno diffondendo in tutto il Paese sul divieto di vendere alcolici a minorenni sotto i 16 anni ,oppure oltre certi orari notturni,i controlli tossicologici su strada delle polizie statale e comunali sono un primo positivo segnale del ritorno alla realtà. Alcol e droghe non fanno male soltanto a sé stessi ma sono un pericolo per tutti perché alterano lo stato di coscienza e la lucidità dei comportamenti sociali . Tuttavia perché queste misure siano reali occorrono due cose difficili la coerenza e l’equilibrio amministrativi ed il senso civico . La prima fa si che un divieto serva perchè viene fatto rispettare, e ciò avviene se le polizie statale e comunali agiscono di concerto in modo concreto , equilibrato e senza spirito persecutorio . La seconda fa sì che il barman o il titolare di esercizi che funzionano di notte ed i cittadini siano i primi a far rispettare le ordinanze. Sarà così ? Conoscendo le nostre città mi sembra la cosa più difficile da fare e dobbiamo esserne tutti consapevoli per poter vincere le resistenze ad agire . Però i divieti e le multe non bastano da soli e serve anche l’aiuto . Occorre pensare nei piani di zona a centri comunali di basso costo , leggeri e non stigmatizzanti ai quali possano essere inviati coloro che vengono intercettati in questi controlli . Serve anche che le famiglie possano fare i primi controlli in caso di dubbio ricevendo a richiesta dai comuni i kit di test tossicologici che consentano accertamenti veloci .Infine serve che esse possano usufruire di consulenze veloci dei Sert e delle comunità terapeutiche sul da farsi immediato allorché vengono scoperte situazioni di abuso o di primo uso di sostanze . Sarebbe infine opportuno che le misure da adottare prevedano un accordo tra tutti i sindaci del nostro territorio provinciale .Un patto bipartisan su poche azioni di contrasto ad alcol e droghe chiare, efficaci ,condivise da tutti i comuni della provincia e monitorato semestralmente sarebbe una gran bella notizia per tutti e consentirebbe una maggior forza d’impatto a tutte le ordinanze comunali in materia . Noi ci impegneremo a proporre un tale patto a tutti i comuni della nostra provincia sperando in una loro adesione convinta e solidale .
Giuseppe Mammana
Presidente Associazione italiana per la cura delle dipendenze patologiche (Acudipa)
Direttore Sert Foggia e Lucera