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Caro Estinto/ In Puglia boom delle cremazioni con le ceneri che si conservano in casa

Lo consente una legge della Regione. Una decina finora gli affidamenti ai familiari dell’urna cineraria. Ma c’è anche la possibilità di disperderle al vento. Ma i vescovi riuniti ad Assisi dicono: “la Cei dice sì alla cremazione ma no alla dispersione delle ceneri”.

 

La cremazione? Per il 2009 in Puglia si prevede il grande boom.
Dati alla mano, infatti, nel 2008 le cremazioni nel «tacco» dello Stivale sono state circa 300. Ma per il 2009 il numero di chi decide di ridurre in cenere il corpo del proprio defunto è destinato a lievitare ulteriormente. Vuoi perchè si tratta di una procedura rapida, sicura e sempre più richiesta, vuoi perché la normativa della Regione Puglia permette ora espressamente alle famiglie di tenere con sé le urne cinerarie e di disperderne il contenuto, fuori dai centri abitati.
Con la legge regionale n.34/2008 («Norme in materia di attività funeraria, cremazione e dispersione delle ceneri»), infatti, il Consiglio regionale della Puglia lo scorso 15 dicembre ha approvato 19 articoli che regolano i servizi e le funzioni in ambito necroscopico, «garantendo il rispetto della dignità e dei diritti dei cittadini». L’iniziativa legislativa, che si ispira a quella della Regione Emilia Romagna, oltre a distinguere le funzioni della Regione (indirizzo, coordinamento e alta vigilanza), delle Province (valutazione del fabbisogno di crematori nel proprio territorio) e dei Comuni, cui spettano le autorizzazioni all’esercizio dell’attività funebre, la realizzazione di cimiteri e crematori e la costruzione di strutture di commiato per i parenti, regola espressamente la cremazione e la conservazione delle urne cinerarie.
Tra le novità, come detto, è prevista per le ceneri anche l’affidamento «dell’urna sigillata ai familiari» e la loro dispersione, «vietata nei centri abitati ma consentita nei mari, nei laghi e nei fiumi, nei tratti liberi».
«Dall’entrata in vigore della legge regionale, in Puglia sono già stati una decina i casi di affidamento ai familiari dell’urna cineraria del defunto. Una delle primissime richieste è giunta proprio dalla provincia di Bari. Una donna di Corato, dopo aver fatto cremare il corpo del congiunto
a Modena, ha chiesto ed ottenuto la conservazione delle ceneri del proprio marito presso
la propria abitazione».
A parlare è Franco Lotito, consigliere dell’Apif, l’Associazione pugliese Imprese funebri
regolarmente riconosciuta dalla Federazione italiana onoranze funebri.

«La normativa – spiega Franco Lotito – è ancora poco nota ma, soprattutto i familiari sono condizionati da evidenti risvolti psicologici. La difficoltà di superare il lutto e il problema di quale fine faranno le ceneri quando verrà a mancare la persona che le conserva inducono ancora i pugliesi a preferire il tradizionale loculo nel cimitero o la fossa sotto terra».
Franco Lotito, la cremazione ò sempre più richiesta, come mai?
«Fatta salva la volontà del defunto e dei suoi familiari, l’usanza di ridurre in cenere il corpo dei propri cari sta prendendo piede non solo al nord Italia ma ora anche al sud. Per molte amministrazioni è un modo per evitare l’ampliamento dei cimiteri per scongiurare l’ipotesi di camposanti stracolmi o, peggio ancora, per scongiurare l’inconveniente che i defunti siano costretti ad “emigrare” altrove per carenza dì loculi».
Quanto costa la cremazione della salma del proprio caro?
«Premesso che le esequie vanno comunque celebrate con un normale rito funebre, la cremazione della salma è un atto successivo al tradizionale funerale. L’operazione di cremazione ha un costo di 414,90 euro. A questa cifra va aggiunto il costo del trasporto della salma presso il forno crematorio più vicino che in Puglia è attivo solo a Bari. In ogni caso il trasporto si aggira tra i 100 ed i 500 euro a seconda che il cadavere si trovi a Bari città o all’estrema periferia della Puglia. Per cremare la salma, inoltre, è necessaria la volontà del defunto (quando era in vita) o della sua famiglia. Non solo c’è bisogno anche di un apposito decreto (con il certificato rilasciato dal medico curante o dal medico sanitario che attesti che la morte sia avvenuta per cause naturali) che ha un costo che oscilla tra le 150 e le 450 euro. Insomma con 1000 -1500 euro la cremazione è garantita a chiunque».
Come avviene la dispersione delle ceneri?
«La dispersione delle ceneri può avvenire in mare, nei laghi e nei fiumi o in aree à ciò destinate all’interno dei cimiteri: peccato che nei cimiteri pugliesi tali aree sono ancora inesistenti».

I vescovi riuniti ad Assisi

La Cei dice sì alla cremazione ma no alla dispersione delle ceneri.

«L’ammissione della cremazione non è in discussione, ma con un’attenzione che sarà tenuta ferma: non assecondare quella mentalità che lascia pensare che cremandosi un corpo va nel nulla». Il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, anticipa così le riserve dei vescovi italiani sulla pratica della dispersione delle ceneri «La cremazione — spiega in riferimento al nuovo’ rito delle esequie attualmente in discussione da parte dei vescovi riuniti ad Assisi —si ammette nella convinzione che come la Chiesa celebra e canta, questa mia carne risorgerà, anche se subito o in un processo di naturale dissoluzione prende la forma di cenere». I vescovi, rileva Crociata, ritengono che si debba attirare l’attenzione sul significato della morte, mentre si assiste oggi alla sua rimozione da un lato e alla sua spettacolarizzazione dall’altro, come affermazione di sè perfino nella morta Una mentalità che sfocia in due estremi e che necessita di una mediazione: «E triste non sapersi rapportare in maniera consapevole e positiva con l’unica cosa certa della vita». Per la Chiesa, ricorda il presule, «la Luce della Fede sulla morte deve portare a vivere con responsabilità questa vita». In questo senso, aggiunge, «l’attualizzazione del rito delle esequie è un fatto importante e ci ricorda che bisogna celebrare in maniera significativa questo rito che ha bisogno di essere accompagnato e seguito dalla catechesi>>.