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Agriturismo, in Regione per specificare le differenze tra ristoranti e aziende agricole

I sindacati in quarta Commissione.

 

Audizione affollata in quarta commissione (agricoltura e turismo) dei rappresentanti di associazioni di categoria, professionali e sindacali, in merito all’esame dei provvedimenti legislativi riguardanti la disciplina delle attività agrituristiche (un disegno di legge e tre proposte di legge). In apertura di seduta, il presidente della commissione,

Enzo Cappellini, ha chiesto ai presenti di inviare le proposte migliorative ai provvedimenti in forma scritta, perché la commissione possa prenderne visione con attenzione.

Gran parte delle associazioni presenti, hanno illustrato proposte ed emendamenti al testo del 2006, formulato dalla Giunta e poi rimaneggiato a quattro mani con le associazioni agricole in molti incontri successivi. Punti “caldi” della discussione la percentuale di prodotto proprio dell’azienda agrituristica (che Confagricoltura vuole abbassare al 35%) e la dizione di “masseria” che secondo Agriturist potrebbe essere utilizzata anche per le aziende agrituristiche, mentre per la Uil il termine potrebbe generare confusione essendo già utilizzato per strutture di “alta qualità turistica”.

Uninpresa ha sottolineato l’urgenza di una legge che “sani lo scontro perenne che si è creato tra settore ristorativo vero e proprio e le aziende agricole che spesso sconfinano nella somministrazione di cibi, impiegando per questo manodopera non inquadrata”.

Anche per Confcommercio “non si può non tener conto della tutela del consumatore e dell’offerta turistica globale della Regione Puglia. Non è possibile, infatti, assegnare compiti di ospitalità a strutture che non possono prendersi la responsabilità di una ricezione di qualità”.

Turismo Verde, invece, rimarca il problema delle sanzioni: “Ci sono già abbastanza controlli, è inutile inasprire regole già severe. A normare le aziende agrituristiche c’è già una legge quadro nazionale di 20 anni fa, che sancisce il diritto dell’agricoltore a potersi occupare di altro, oltre che di agricoltura tout court, in momenti di crisi. Purtroppo, la Regione Puglia non ha ancora emanato i regolamenti di quelle linee guida. Noi operatori oggi, abbiamo solo bisogno di questo”.