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Candidati alle regionali l’Udc tifa per Di Paola o la Poli Bortone

De Luca per la presidenza della regione Campania e uno tra Adriana Poli Bortone e Domenico Di Paola per la Puglia. Idee. Tanto per partecipare al gioco del totocandidature in vista della prossima scadenza elettorale fissata per il 27 marzo.  «Perché in realtà – dice il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione prima di aprire i lavori della conferenza programmatica regionale del partito in programma a Bari fino al pomeriggio di oggi, quando è atteso l’intervento del leader, Pierferdinando Casini – prima di espormi a dire di più sulla candidatura di Adriana Poli Bortone dovrei parlare direttamente con lei. Parlo del sindaco di Salerno, poi, quel De Luca, che non ha avuto problemi di rifiuti per strada, nel pieno dell’emergenza in Campania. E parlo anche dell’amministratore di Aeroporti di Puglia, Di Paola. Sono tutti nomi, ma nessuno è un candidato ufficiale. È giusto per dare l’idea del tipo di uomini che noi vogliamo. Visto che hanno dimostrato di saper governare bene le società o gli enti locali che sono stati loro affidati, proviamo a vedere se sono capaci di governare una regione».

Il presidente Buttiglione è la voce del partito nazionale, vista l’impossibilità a partecipare da parte del segretario, Lorenzo Cesa, impegnato in Cina. In sala, quando illustra la rotta che il partito intende seguire dopo la scelta di correre da soli alle ultime politiche, spiega: «I giornalisti mi subissano di domande sulle candidature, ma noi vogliamo parlare di programmi». E cita le encicliche di papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per affermare che l’Udc si rifà alla dottrina sociale della Chiesa e che, per discutere con i centristi, «non si può chiederci di rinunciare ai nostri valori, perché i nostri valori sono giusti. Neanche chi ha rinunciato al Comunismo può chiederci una cosa del genere. Perché il comunismo era una cosa sbagliata ed è stato giusto rinnegarlo. Noi invece i nostri valori ce li teniamo stretti».

La sala dell’assemblea applaude sia pure senza lasciarsi andare. Seduti ci sono pezzi della storia della Democrazia cristiana di Puglia, personaggi della cosiddetta prima Repubblica che hanno avuto ruoli nei governi di pentapartito del tempo che fu. E poi ci sono l’ex presidente dell’Acquedotto pugliese, Emilio Lagrotta, l’ex presidente della Provincia di Lecce, Lorenzo Ria. Tra i nuovi, oltre ovviamente al presidente della provincia di Brindisi, Massimo Ferrares e, la vicesindaco di Foggia, Anna Lambresa. Ma l’attenzione è tutta puntata su Angelo Sanza (prima c’era stato il saluto del coordinatore provinciale Filippo Barattolo), coordinatore regionale, cui spetta la declamazione dei punti programmatici ai quali, se ci si vuole alleare con l’Udc – chiunque voglia provarci – occorre aderire.

Sanza prima di tutto si compiace dell’inversione di prospettiva: «Ci chiedono con chi stiamo, ma in realtà ora sono gli altri partiti che ambiscono a stare con noi». Poi spiega i punti qualificanti di qualsiasi programma che veda dentro l’Udc: «La politica fuori dalla sanità, legalità e trasparenza dell’azione amministrativa, difesa dell’ambiente (un riferimento specifico è all’acqua e all’iniziativa della regione che vuole ripubblicizzarne la gestione, sulla quale Sanza non vuole, una volta al governo, trovarsi di fronte ad una situazione già compromessa), famiglie, lotta alla disoccupazione, valorizzazione dei poli universitari».

GIUSEPPE ARMENISE