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Faida del Gargano: 5 sottufficiali dei carabinieri condannati per peculato

Utilizzo dell’auto di servizio e falsificazione dei fogli di viaggio. Un sesto militare è stato rinviato a giudizio.

 

Cinque sottufficiali dei carabinieri che erano in servizio nel Reparto operativo di Foggia sono stati condannati per peculato d’uso al termine di un’inchiesta sulla faida del Gargano.
La sentenza è stata emessa dal Gup del tribunale di Bari Rosa Calia Di Pinto al termine del processo con rito abbreviato. Un sesto militare, l’appuntato Antonio Romano, che ha scelto il rito ordinario, è stato rinviato a giudizio dinanzi al tribunale di Foggia. Ad un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa) sono stati condannati i sottufficiali dei carabinieri Massimo Russo e Nildo Rauseo. Un anno per i marescialli Massimiliano Inguanta, Matteo Micucci e Luigi Palombi.
I reati per i quali erano accusati a vario titolo (falso, truffa e peculato) sono stati rubricati in peculato d’uso in relazione all’utilizzo dell’auto di servizio e alla falsificazione dei fogli di viaggio. Russo e Rauseo sono stati invece assolti «perchè il fatto non sussiste» dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, di falso e di rilevazione del segreto d’ufficio, reati aggravati dall’aver favorito il clan mafioso Li Bergolis-Romito. Il falso faceva riferimento alla presunta manomissione di tre cassette di intercettazioni relative ad un’indagine sulla faida del Gargano, ed erano relative ad un summit mafioso che si tenne il 2 dicembre 2003 in località «Orti Frenti». Sia Russo sia Rauseo sono stati assolti (anche in appello) nel processo principale sulla faida del Gargano nel quale erano accusati anche di concorso esterno in associazione mafiosa.