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Peschici/ Più rigore e controlli dopo l’incendio del 2007

“Appena” dopo due anni e mezzo dal disastroso incendio del 24 luglio 2007, il Ministero dell’Ambiente, concede la deroga all’articolo 10 della legge, in materia d’incendi boschivi, 353 del 2000. La suddetta infatti vieta qualsiasi tipo di intervento e di intromissione sul suolo, e specifica che non si possono ricevere fondi pubblici per la messa in sicurezza, la piantumazione ed è vietata l’edificazione di qualsiasi edificio privato o pubblico che sia (ne successero di tutti i colori per la sede del liceo che deve sorgere su un suolo percorso dal fuoco).

Subito dopo l’incendio, fu così evidente la necessità di intervenire per rimuovere le inutili e antiestetiche lineari figure degli alberi anneriti, si fecero convegni dibattiti, riunioni e tavoli tecnici, semplicemente perché la legge lo vietava, ed era necessario trovare una soluzione. La deroga poteva essere emanata solo dal Ministero. Così, l’allora Sindaco, Franco Tavaglione, in data 18 gennaio 2008, invia una raccomandata all’allora ministro Pecorario Scanio, con oggetto: Richiesta autorizzazione per opere di rimboschimento e ingegneria ambientale per il bacino idrografico di Baia San Nicola. Tavaglione nella lettera anticipata via fax, specifica che le piogge torrenziali dell’Ottobre successivo, hanno aggravato la situazione., e che risultava indispensabile interventi di difesa del suolo e la ricostruzione di parte del patrimonio boschivo. Sottolineando che la suddetta area ricade in zona SIC, Parco del Gargano, sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico, e che secondo l’Autorità di Bacino della Regione è ad alta pericolosità idraulica. “Non sapevo di questa richiesta, e solo dopo la deroga del Ministero, ho potuto constatare che questo nulla osta è stato chiesto solo per una parte del territorio colpito”, le parole di Michelino Vecera, attuale assessore alle Foreste del comune. Nel tempo, visto i mille pareri necessari ci si è interessati di ottenere quelli di Parco e Provincia, giunti nel Giugno 2008 il primo, e nel settembre 2009 il secondo. “I pareri di
Parco e Provincia non davano parere favorevole solo per quell’area distinta. Perché non è stata fatta una richiesta per tutta l’area colpita? Ora ho chiesto un incontro a Roma, al Ministero per districare la matassa burocratica – sempre Vecera – . Era una delle promesse della nuova giunta quella del taglio, una promessa che si vuole mantenere”, ci tiene a specificare l’assessore. Non appena, si insediarono, il primo cittadino emanò un ordinanza per il taglio dei pini bruciati perla pericolosità di questi, visto che sarebbero potuti cadere in ogni momento magari su qualche ignaro turista. Le ditte si trovano, si fa un accordo, ed il taglio comincia; la prima zona ad essere in parte ripulita è San Nicola; i lavori partono a fine Aprile del 2008 e si fermano a Giugno (la forestale bloccherà i lavori, per il periodo, troppo pericoloso accendere fuochi in estate), per poi ricominciare molto – più tardi, ma non a San Nicola: dove i neri monumenti a simboleggiare quella tragica giornata restano in piedi, sino ad oggi. Nel frattempo i soldi del comune cominciano a scarseggiare, e quelli promessi dai vari enti, stentano ad arrivare, non arriveranno mai. Si fa avanti una seconda ditta che farà il taglio a costo zero, trasformando i tronchi in truciolato per centrali a biomasse. Il comune si accorda, e partono i lavori, che verranno ancora una volta fermati dal caldo estivo, e da un incendio (23 luglio) ad una ammasso di legna, probabilmente minatorio. Passa l’estate, passa l’autunno, e anche metà dell’inverno 2010, la ditta è impegnata con gli scarti della stagione vinicola, e solo dalla seconda settimana di febbraio ricomincia a darsi da fare, riprendendo i lavori a Peschici. Lo fa proprio da San Nicola: dalle colline sovrastanti il campeggio, distrutto completamente nel 2007, cominciano a cadere i neri tronchi, lo skyline, da anni sconfortante, comincia a disfarsi. La baia, che venne definita, nell’editoriale del 25 Luglio 2007 del Corriere della Sera, La Nostra Saigon, i suoi imprenditori, e i suoi ospiti’possono cominciare a dimenticare quei tragici momenti.

Domenico Ottaviano
L’Attacco