Menu Chiudi

L’arte dolce e silenziosa di Carlo Nobile. Si conclude oggi l’esposizione di 24 opere

La mostra è stata inaugurata venerdí scorso, nella sala Grigia del palazzetto dell’Arte a Foggia. Il mare, un faro, un trabucco: Vieste e la sua processione.

 

Il mare, un faro, un trabucco, Vieste, il Pizzomunno, le ginestre, la processione e poi ancora il mare. Le opere di Carlo Nobile rappresentano le immagini a cui lui non avrebbe mai voluto rinunciare, quelle che lo accompagnavano la mattina quando si recava nel suo studio di consulente del lavoro, al comune per amministrare la sua città, quando sedeva al bar con gli amici per discutere su quei progetti che dovevano fare di Vieste qualcosa di molto speciale e quando passeggiava con la famiglia in riva al suo mare.

Vieste l’ha dipinta in tutte le salse, con colori freddi e poi con quelli caldi mostrando una vena surrealista, infine con il bianco e con il nero. Il suo paesino, amorevolmente disteso sul mare, bello e dolce, cosí lui lo vedeva.

Ed é facile percepire le sue sensazioni, le sue impressioni, basta dare solo un occhiata fugace ai suoi quadri, ne si resta colpiti all’istante, fulminati da quei colori ribelli sulla tela, densi di espressione, e dalle linee dei suoi disegni, incapaci di racchiudere, di limitare una figura, piuttosto la liberano, la dischiudono affinché possa avere maggior vita e dinamicità.

Ogni quadro ha una luce diversa, una sua forte unicità ed originalità, é difficile scoprire uno stile unico, ma senz’altro c’é, ed é quello di Carlo Nobile, un uomo che amava sperimentare ma ancora di piú sognare.

Sognava che il suo paese diventasse una perla tra le piú preziose al mondo, che arrivasse in alto li dove ci sono i grandi, che al nome di Vieste si accostasse il valore dell’eleganza e della bellezza, dell’arte e della musica, della gente che ama il mare e che vive la natura con profondo rispetto ed ammirazione.

Ed é grazie ad uno dei suoi numerosi sogni che nasce Filmfest, un festival del cinema che in breve tempo diventa un evento culturale di grande rilievo e che popola Vieste con i piú noti volti del cinema italiano e i piú quotati direttori di fotografia e scenografi. Questa era la Vieste che lui voleva. Sognava l’arte e la politica, il sogno e la passione erano i suoi strumenti di potere, quelli con cui era abituato a lavorare e a trattare con la gente, ad amministrare la cosa pubblica, a vivere ogni giorno la sua vita, come cittadino, sindaco e padre di famiglia.

Presso le sale del Palazzetto dell’Arte di Foggia, é stata ospitata la mostra delle opere pittoriche di Carlo Nobile. A due anni dalla sua scomparsa, per la prima volta in assoluto 24 dei suoi quadri, facenti parte di varie collezioni private, saranno esposti per sette giorni a partire dallo scorso venerdí 5 marzo, giorno in cui si é tenuta l’inaugurazione della mostra, curata da Antonietta Colasanto e Michele Circiello, alla quale hanno partecipato oltre al Sindaco Gianni Mongelli, il Rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe e Davide Leccese, presidente del Consorzio per l’Università della Capitanata. La sala era gremita di gente, oltre ai familiari tanti erano gli amici, le persone che hanno accompagnato Carlo durante gli anni della sua vita, ispirandolo nelle scelte quotidiane, politiche ed artistiche, erano loro i destinatari della sua arte.

Generoso ed affabile, distinto e anti convenzionale, cosí lo raccontano mentre passeggiava per le stradine del borgo antico della cittadella bianca, quando si recava nelle botteghe e nei laboratori artigianali dei suoi coincittadini, per scovare l’intuizione, politica ed artistica. Dunque non ci fu un margine netto tra le due cose, la politica e l’arte, che seppur rigorasamente diverse, appartenevano ad un unico uomo ed era ció che Carlo Nobile sapeva fare.

Valeria Cravella