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Laurea breve bocciata dalla Corte dei Conti: “A livello europeo non vale niente”

La Corte dei Conti manda in pensione la laurea triennale. La magistratura contabile, con un Referto sull’impianto universitario italiano diffuso da poco, ha spiegato i motivi della bocciatura del sistema a doppio ciclo, quello che in pratica prevede un corso di laurea di base della durata di tre anni ed uno successivo ed eventuale di altri due anni. Da viale Mazzini si sottolinea che la laurea breve non ha raggiunto gli obbiettivi previsti, in quanto non ha portato nè un incremento dei laureati nè ha favorito il miglioramento dell’offerta formativa. Sempre secondo la Corte dei Conti vi è stato si un ampliamento del numero dei corsi di studio, ma tutto ciò ha favorito solo una smisurata frammentazione degli stessi, il gravoso aumento delle sedi decentrate e la maggior importanza dei docenti con contratti diversi da quelli utilizzati di solito nelle università.
In’ultima analisi l’alta Corte contabile ha rilevato che il doppio ciclo ha diminuito anche il peso delle nostre lauree a livello comunitario. Questo significa che oggi i laureati italiani hanno più difficoltà a spendere il proprio titolo per trovare un’occupazione in Europa. Il consiglio che la Corte ha lanciato a studenti e addetti ai lavori è quello di farsi guidare dai reali sbocchi lavorativi che i corsi offrono, prima d’immatricolarsi e prima di istituire nuove figure di laurea.