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Vieste/ Giuffreda: “A proposito di permesso di soggiorno…”

Mi è capitato spesso, nel corso degli "esami di terza media" di candidati privatisti ,di imbattermi in situazioni paradossali. Molti non conoscono il nome del Presidente della Repubblica o quello del Presidente del Consiglio, la maggior parte ignora le funzioni di un sindaco o quelle del consiglio comunale; guai a chiedere il ruolo dei sindacati o delle libere associazioni tra cittadini.

Eppure si trattava di candidati, per lo più, maggiorenni che, per necessità, dovevano sostenere l’esame per poter aprire una qualsiasi attività commerciale o per accedere a posti di lavoro nella pubblica amministrazione. Sono cittadini che vivono ed operano nella nostra società ai quali vengono riconosciuti, giustamente, la dignità di persone e il diritto di ricevere servizi adeguati per se e per la propria famiglia.
Questi stessi diritti, però, non si vogliono riconoscere ad altri cittadini, ai cittadini di serie B: gli stranieri.
È accaduto che il governo, con il ministro Maroni nelle vesti di fiero paladino, ha approvato lo schema di regolamento che disciplina il permesso di soggiorno a punti per gli stranieri.
Dalla stampa apprendo che gli stranieri, che richiedono il permesso di soggiorno, dovranno sottoscrivere l’impegno ad acquisire un’adeguata conoscenza della lingua italiana, della Costituzione e del funzionamento delle istituzioni pubbliche italiane con l’obbligo di frequentare un corso di educazione civica,della durata di due anni, al termine del quale sostenere un esame per ottenere l’agognato permesso di soggiorno.
Al di là dell’ effettiva praticabilità della procedura messa in atto ( chi terrà i corsi di formazione? con quali risorse?) mi sorge un dubbio: e se le stesse richieste le facessimo ai nostri concittadini?

Antonio Giuffreda – Sinistra Ecologia Libertà- Vieste.