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Sanità Puglia/ Un ospedale ogni 200mila abitanti. L’assessorato studia per tagliare 350 milioni

La misura è necessaria per rientrare nel patto di stabilità.

 

È risaputo il destino segnato per i piccoli ospedali con meno di 50 posti letto e non più di tre unità operative (reparti): saranno destinati ad essere riconvertiti. Il futuro sarà invece un ospedale ogni 200mila abitanti: 20-22 in tutta la Puglia, oltre ai Policlinici di Bari e Foggia, i 3 enti ecclesiastici e i 2 Irccs (istituti di ricerca e cura). Il resto saranno poliambulatori e case della salute. In mezzo, tra ospedali e ambulatori, sorgerà una nuova tipologia di struttura assistenziale: si chiamerà «ospedale del territorio». In Puglia ne sorgeranno tre (nord/ centro/ sud regione) e saranno destinati ad ospitare i posti letto dedicati alla lungodegenza e alla riabilitazione. Insomma, un luogo dove ricoverarsi, ma non destinato ai pazienti «acuti».

Quella appena descritta è la griglia allestita in Regione per dare corpo al riordino della rete ospedaliera. Adempimento necessario per procedere al piano di rientro richiesto dal governo. Ossia, come è noto da settimane, un risparmio di spesa di 350 milioni di euro per non aver rispettato il patto di stabilità nel 2006 e 2008 (e altre inadempienze). Senza quel Piano si rischia di essere penalizzati di 500 milioni sulla dotazione del prossimo Fondo sanitario regionale. La ricetta pretesa dal governo non è la pura indicazione dei risparmi, ma anche la riorganizzazione della rete ospedaliera.

Tutto deve essere pronto e inviato a Roma entro il 15 luglio. Ieri, giovedì, sono stati convocati a Bari, all’assessorato della Salute, tutti i direttori generali delle sei Asl perché fornissero una serie di dati su ricoveri e indici di utilizzo degli ospedali. I manager Asl saranno poi consultati separatamente (due ore per ognuno) lunedì e martedì. La prossima settimana, dunque, sarà cruciale per la messa a punto dei dettagli del Piano di rientro. La cornice indicata dalla Regione dovrà essere riempita di contenuti. Arriveranno secondo diversi stadi temporali. Ne sono previsti tre: fine 2010, fine 2011 e fine 2012. A meno che le Regioni alle prese col Piano di rientro non riescano ad ottenere la proroga al 2013. Gli ospedali (meno numerosi e più attrezzati) ogni 200mila abitanti e gli «ospedali del territorio» arriveranno a regime.

Rispetto alle previsioni del Piano della salute, si tratta di accelerare l’arrivo dei nosocomi in costruzione e di avviare i cantieri per altri nuovi. Poi riconvertire i piccoli. Il primo dei diversi stadi previsti è la soppressione entro il 2010 di mille posti letto (tra pubblico e privato), così come richiesto dal Patto della salute. Prescrive che i letti per malati acuti scendano da 4 ogni mille abitanti a 3,3 (ma la Puglia potrebbe decidere un decremento ulteriore). A decidere sui tagli dei posti letto, cioè la loro definitiva soppressione a fini amministrativi, è la Regione. Ma già diverse Asl hanno elaborato (o lo stanno facendo) programmi di disattivazione: ossia la temporanea chiusura in attesa di decisioni definitive. Così dopo Bari, che farà ameno di 180 posti letto, la Asl di Taranto si prepara a disattivare 230 letti a partire da lunedì prossimo.

Tra le altre misure, si prevede che in Pediatria e Nefrologia ci si potrà ricoverare solo in day hospital, tranne che al Santissima Annunziata. A Lecce, invece, la direzione dell’Asl è pronta a fare a meno da subito di 70 di posti letto. Brindisi e Bat non sembrano aver necessità di sforbiciare i letti. Ma diverse piccole strutture ospedaliere sono destinate alla riconversione. Il resto dei tagli arriverà dai Policlinici di Bari e Foggia (dopo l’intesa con le università), dalla provincia di Foggia e dai privati. Anche con loro è previsto ai primi della settimana prossima.

Francesco Strippoli