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Abusivismo edilizio la Puglia quinta in Italia

Legambiente denuncia: “Così il suolo è sempre più fragile”.

 

Il 15 luglio, nel suo viaggio per gli «sfregi» alla costa italiana, Goletta verde era stata in Puglia e aveva fotografato una realtà in evoluzione con una crescita di infrazioni accertate di difficile catalogazione perché da un lato dicono di un aumento nell’efficacia dei controlli, dall’altro nascondono il rischio che la mano degli abusivi, palazzinari senza scrupoli capaci di scempiare una costa millenaria pur di costruire, abbia ripreso a far danni come e più che nel recente passato.
Dal dossier Mare Monstrum 2010 di Legambiente, dissero un mese fa il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, e Stefano Ciafani di Goletta Verde risulta che le 1.338 infrazioni accertate quanto ad abusi edilizi, equivalgono a 1,5 reati per chilometro di costa. Cifra che fa arrivare la Puglia al secondo posto nella classifica nazionale del mare illegale su base regionale. «A far salire la Puglia sul secondo gradino del poco glorioso podio del mare illegale – disse Tarantini – hanno contribuito in modo determinante le infrazioni relative al settore degli scarichi illegali, quelle legate alle pesca di frodo e gli illeciti legati al cemento vista mare. Con 551 reati per inquinamento delle acque, la Puglia si è piazzata al vertice della classifica nazionale del mare inquinato su base regionale. Allarmante anche la diffusione degli abusi edilizi su demanio marittimo, soprattutto in Salento; con 405 reati accertati la Puglia conferma il quinto posto degli anni passati».
Ieri l’ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno, con la presentazione della classifica del ciclo illegale del cemento, anche stavolta elaborata da Legambiente. Sono 28000 le nuove unità (al 2008) frutto dell’abusivismo in Italia. Prima nella classifica del ciclo illegale del cemento la Campania, con 1.267 infrazioni accertate, 1685 persone denunciate e 625 sequestri. «Per avere un’idea dell’estensione della criminalità nell’ambito delle costruzioni, basti pensare — dice Legambiente – che il 67% dei comuni campani sciolti per infiltrazione mafiosa, dal 1991 a oggi, lo sono stati proprio per abusivismo edilizio. Secondo il rapporto, infatti, il cemento è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose che nel caso della Campania si traducono in interi quartieri abusivi senza risparmiare le località di pregio, a cominciare dalla costiera amalfitana e da quella cilentana, dall’area dei templi di Paestum, fino a Ischia».
Nella cartina dell’abusivismo italiano, il secondo posto lo occupa la Calabria con 900 infrazioni, 923 persone denunciate e 319 sequestri. E in continua ascesa la marcia del Lazio che quest’anno si colloca al terzo posto nella classifica del cemento illegale, superando la Sicilia. Seguono la Puglia (con il caso simbolo dell’istmo di Lesina, pesantemente compromesso da un intero quartiere illegale considerato un vero e proprio ecomostro), la Toscana e la Sardegna. Nella top ten si collocano poi Liguria, Abruzzo e Lombardia. Le regioni meno colpite dal ciclo illegale del cemento sono Molise, Friuli Venezia-Giulia e Valle d’Aosta. In mezzo si piazzano Umbria, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige. In totale le infrazioni accertate sono state 7.499, con quasi 10.000 persone denunciate e circa 2300 sequestri.
E l’abusivismo, secondo quanto ripetuto più volte dalla Protezione civile, non fa che aumentare la fragilità del suolo italiano: il territorio del Belpaese è a rischio sbriciolamento nel 70% dei comuni, di questi uno su quattro non sembra aver voglia di prendere delle iniziative, soprattutto nel campo della prevenzione. E in Calabria, come in Umbria, l’intera popolazione vive su una zona «rossa» quanto a sicurezza idrogeologica, visto che il 100% dei comuni è a rischio. Il pericolo di dissesto idrogeologico, di frane e alluvioni interessa praticamente tutto il territorio nazionale: sono 5.581 i comuni a rischio idrogeologico, il 70% del totale dei comuni italiani, di cui 1700 a rischio frana, 1.285 a rischio di alluvione e 2.596 a rischio sia di frana sia di alluvione.

 

 

 

 

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