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«Turismo in Puglia un’estate da record ma bisogna lavorare»

Prof. Franco Chiarello, commissario delle Apt regionali, qual è il bilancio di questa stagione turistica in Puglia? Buono, direi. Il turismo pugliese non manifesta sintomi di affaticamento. La Puglia continua esercitare un grande fascino sui viaggiatori italiani e stranieri. Poiché questo accade ormai da diversi anni, è legittimo pensare che non si tratti di un’attrazione episodica. I risultati fin qui raggiunti sono da considerare addirittura più che buoni, se si considera che il contesto di crisi economica incide negativamente sui consumi delle famiglie e anche sulla spesa per le vacanze, naturalmente.

Dove è andata meglio quest’anno: nel Salento, il Gargano o….. dove?

Naturalmente, nel periodo estivo il Gargano e il Salento hanno una marcia in più. Ma tutte le province hanno registrato una crescita considerevole nei primi mesi di quest’anno.
 
Abbiamo i dati per dire che quest’anno è andata meglio rispetto allo scorso anno?

Gli uffici della Regione stanno elaborando i dati del periodo estivo. In Puglia sono operanti circa 3.500 strutture ricettive (alberghi, residenze, agriturismo, B&B, campeggi, ecc). Si tratta in molti casi di piccole aziende a conduzione familiare che in estate registrano il pieno di clienti e sono interamente impegnate nei servizi di ospitalità. Molte di queste aziende non hanno un’organizzazione amministrativa specializzata, per cui la raccolta delle informazioni statistiche è un po’ laboriosa. Tuttavia, i dati su arrivi e presenze – ancorché non definitivi – e le informazioni che ci giungono dai territori disegnano un quadro complessivamente in crescita rispetto allo scorso anno. Nella provincia di Bari, per esempio, i dati disponibili per il periodo gennaio-luglio 2010 segnalano una crescita sostenuta sia degli arrivi (+ 10% circa) che delle presenze (+6% circa) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
Cosa ha contribuito a questi risultati

Innanzitutto, una straordinaria vocazione all’ospitalità della popolazione pugliese. I cittadini della nostra regione nutrono un affetto profondo per il loro territorio ed essi sono orgogliosi di farlo conoscere a quanti visitano la nostra regione. Nello stesso tempo, da anni le istituzioni locali della Puglia – le Amministrazioni comunali, le Province, il variegato universo delle associazioni – sono impegnate in una gara di emulazione per valorizzare le bellezze del loro territorio, mettendole a disposizione dei propri cittadini e offrendole all’attenzione dei visitatori. Questa emulazione contribuisce, a sua volta, a rafforzare l’orgoglio territoriale dei cittadini e il loro piacere ad accogliere i forestieri. A mio parere, la radice prima del successo turistico della Puglia sta in questo circolo virtuoso dell’ospitalità.
C’è poi – non meno importante – il paziente e duro lavoro degli operatori turistici per migliorare l’offerta dei servizi di ospitalità. Chi viene in Puglia apprezza la qualità di tali servizi, diffonde il buon nome della Puglia nelle proprie reti sociali e tende a ritornare per trascorrere le vacanze. Una quota considerevole dei nostri turisti è, come si dice in gergo, fidelizzata.
A questo si aggiunge il fatto che negli ultimi anni la Puglia è riuscita a svincolarsi dall’identificazione con un solo segmento turistico, quello balneare. Questo segmento continua ad essere molto importante, naturalmente, ma si intreccia pienamente, ormai, con le altre risorse dei nostri territori: con il fascino della campagna, con la bontà dei suoi prodotti, con la qualità delle manifestazioni culturali, con la bellezza dei beni storici e culturali, con la grazia dei centri storici delle città e dei paesi dell’entroterra.

Infine, nella costruzione dell’immagine turistica della Puglia un ruolo importante è stato svolto dalle politiche messe in campo dalle istituzioni locali e dalla Regione: dalle molteplici iniziative dei Comuni, di cui si è detto, al miglioramento dell’accessibilità garantito dalla rete aeroportuale regionale, dall’impulso per lo sviluppo dell’industria della creatività alla costruzione della rete dei Parchi e delle aree protette, dal supporto a tante manifestazioni culturali (non solo la “Notte della Taranta”) all’organizzazione di programmi di promozione e di accoglienza, come “Città Aperte” e “Spiagge Aperte”, entrati ormai a pieno titolo nel brand turistico regionale.

Che cosa bisogna fare ancora? 

C’è motivo per essere soddisfatti di come sta andando il turismo in Puglia. Ma non appagati. Il turismo pugliese va bene, ma ha ancora ampi margini di miglioramento. Per far si che questo settore diventi un pilastro ancora più forte dello sviluppo regionale bisogna ancora fare molte cose e farle bene e farle presto. Occorre migliorare ulteriormente la qualità media dell’offerta turistica. Bisogna lavorare meglio sulla tempistica della promozione: programmi ed eventi a rilevanza turistica vanno comunicati in tempo debito se si vuole che siano uno strumento effettivo di promozione del territorio. E’ necessario adoperarsi per migliorare le infrastrutture di mobilità interna alla regione: oggi è più facile raggiungerla dall’esterno che muoversi speditamente al suo interno. Le ferrovie locali, per esempio, possono diventare una straordinaria risorsa per migliorare la mobilità dei cittadini residenti e dei cittadini ospiti. Occorre fare di più per allungare i flussi turistici nel tempo (destagionalizzare, per dirla con un termine abusato) e nello spazio (abbiamo ancora troppo turismo interno, troppo turismo di prossimità e poco turismo straniero). E’ necessario riorganizzare rapidamente la governance del turismo regionale con l’obiettivo di realizzare politiche pubbliche più efficienti ed efficaci….

Cosa non è stato fatto, invece?
 
Le cose elencate al punto precedente. E anche altro, ovviamente. Per esempio, migliorare la riflessività delle istituzioni pubbliche per migliorare l’efficacia delle sue politiche: conoscere per agire. A questo fine, occorre organizzare in maniera più rapida ed efficiente la raccolta dei dati sui flussi turistici e utilizzarli allo scopo di avere una conoscenza più approfondita e raffinata sui nostri ospiti (non solo da dove vengono, ma anche chi sono, perché scelgono la Puglia, cosa si aspettano, cosa li soddisfa, di cosa sono insoddisfatti, ecc.) e sulle dinamiche del settore. Per esempio, rendere più sistematici ed efficaci i controlli sulla qualità dell’offerta delle strutture ricettive in base all’assunto che ogni ospite insoddisfatto può vanificare mesi e mesi di lavoro promozionale.

La promozione all’estero perché è ferma?

Non è ferma. Ma certamente occorre lavorare di più per attrarre visitatori stranieri e questo lavoro dev’essere svolto in modo più organizzato e mirato. A mio avviso, tra tutte le cose da fare questa è quella prioritaria se si considera che il turismo pugliese è in crescita, ma al suo interno la quota di arrivi e presenze straniere sul totale è davvero modesta se non riesce a schiodarsi dal 15%.
 
FRANCO GIULIANO