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Malati di tumore: da Taranto riflessi sul Gargano

LA questione ambientale e la relativa tossicità delle industrie chimiche è divenuta oramai una problematica rilevante specie se correlata alla salute della popolazione locale.

 

I numerosi stabilimenti insediatisi del territorio, che avevano originato occupazione in passato, hanno lasciato infatti un’eredità malsana alla popolazione del luogo, oggi “costretta” a subire la minaccia di tumori in netto aumento, almeno secondo gli ultimi studi delle Asl locali.

Inoltre, i costi di bonifica (caso Ex Enichem di Manfredonia) hanno superato il beneficio economico ottenuto a livello imprenditoriale e lo sviluppo delle risorse locali (si veda ad esempio il turismo con l’implementazione del nuovo porto, ndR- Porto turistico di Manfredonia) appare non altro che un tentativo labile di irretire le aspettative occupazionali della Capitanata.

LE RICERCHE EPIDEMIOLOGICHE, AREA INDUSTRIALE DI TARANTO E CORRELAZIONI CON IL GARGANO – La ricerca epidemiologica ha consentito inoltre di identificare una serie di popolazioni a rischio, nonché di individuare gruppi di persone che per la propria attività professionale, o a causa di particolari condizioni ambientali, potrebbero avere possibilità maggiori di contrarre determinate malattie, dimostrando pertanto la possibile sussistenza di un preciso legame tra l’esposizione a specifiche sostanze chimiche e l’insorgenza delle patologie succitate. Il Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Pubblica – Sezione di Medicina del Lavoro – dell’Università di Bari- ha valutato, in campioni di popolazione, l’associazione fra luogo di residenza attuale in aree geografiche a diversa distanza dall’area industriale di Taranto ed indicatori biologici di dose interna, biologicamente efficace e di suscettibilità genetica. I soggetti in studio sono costituiti da un gruppo di genitori di alunni residenti nei quartieri “Tamburi” di Taranto e del comune di Statte posti a ridosso del polo siderurgico, all’interno del quale vi è una esposizione teorica elevata a miscele di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e da un gruppo di controllo costituito da soggetti residenti nei comuni di Alberobello e Locorotondo, distanti circa 35-60 km. da Taranto.

Gli eccessi dei malati di tumore a Taranto e Brindisi sono previsti e genericamente riconducibili all’effetto della presenza industriale in quei comuni. Inaspettato è l’eccesso di mortalità nei comuni dell’estremità della penisola garganica. Nelle donne l’eccesso di mortalità per tumore del polmone che interessa i comuni del capoluogo sono stati analizzati dalla Sezione di Igiene – Università di Foggia – Osservatorio Epidemiologico Regione Puglia e dalla Sezione di Igiene – Università di Bari – Osservatorio Epidemiologico Regione Puglia.

OSPEDALE SAN CAMILLO- L’inchiesta condotta da Stato ha cercato di evidenziare attraverso i dati dell’Ufficio statistico dell’Ospedale San Camillo di Manfredonia il numero dei decessi dei tumori riconducibili per ipotesi all’esposizione di sostanze inquinanti, ma il direttore sanitario dottor Salvatore Gentile ha sostenuto che “dalla morte del Dott. Furio Oronzo (sul numero dei malati oncologici del territorio di Manfredonia, ndR) le indagini sui decessi (con dati relativi, ndR) causati dalle malattie neoplastiche sono state trasferite presso il Dipartimento di Epidemiologia di San Severo”. Nell’ospedale di Manfredonia non esisterebbero infatti “altri dati di riferimento”. “Mi spiace se si sono verificati dei ritardi nelle risposte da parte della struttura ospedaliera – ha concluso il dottor Gentile – anche a causa dell’enorme mole di lavoro interna”.

ASL FOGGIA- Presso le Unità di Statistica ed i Servizi di Igiene Pubblica delle ASL, vengono raccolte, codificate, e inserite in un database tutte le copie dei Modelli dell’Istat, relativi alle Schede dei decessi. In seguito, i dati vengono inviati in formato elettronico all’Osservatorio Epidemiologico Regionale che, dopo un controllo di qualità dei file generati a livello locale, provvede a creare un database regionale. Dal rapporto sullo stato di salute della popolazione della Asl nella provincia di Foggia del 2006 i tumori sono risultati la terza causa del ricovero con un progressivo incremento del numero di prestazioni di day ospital. Nel quinquennio 2001-2005 tra i residenti nella provincia di Foggia sono stati registrati oltre 62.000 ricoveri per tumore. Il tasso di ospedalizzazione annuo per tumori nella Asl foggiana è costantemente superiore a quello regionale, mostrando una lieve riduzione tra il 2001 e il 2003 e un aumento nel biennio successivo. Il tasso più elevato si è registrato nel 2005. Oltre il 40% dei ricoveri per tumore è riconducibile a un tumore maligno primario e circa il 30% ad un tumore benigno.

REGISTRO TUMORI REGIONE PUGLIA- Tale ente nasce sulla base di intese e collaborazioni tra l’Assessorato alle politiche della Salute, Asl, Ares (Agenzia Regionale Sanitaria), Oer (Osservatorio Epidemiologia della Regione Puglia), Arpa (Agenzia Regionale per la protezione e prevenzione ambientale) e Università degli Studi di Bari. Secondo i dati sul tasso di mortalità in Puglia tra il 1998-2004 i decessi causati dalle malattie neoplastiche sono in netto aumento. Nei maschi il fenomeno riguarda gran parte della Provincia di Foggia, mentre nelle donne la mortalità più elevata si concentra in alcuni comuni sempre nella stessa zona. Un’elevata mortalità per tumori della trachea, dei bronchi e polmoni della popolazione maschile si osserva in alcuni comuni del Gargano.

I tassi di ospedalizzazione per tumore maligno risultano tra i più elevati nella città di Foggia e nel Gargano. Un’isola inquinata dai tumori appare il territorio pugliese che necessita di ulteriori indagini e studi epidemiologici, e dei fattori inquinanti che hanno causato una così vasta “epidemia tumorale” riconducibile alle incentivate attività industriali dei primi anni 80.

I medici di medicina generale hanno riscontrato tra gli anni 1986-’88 un notevole incremento del dato clinico relativo alle neoplasie polmonari, con anamnesi negativa al fumo (e una corrispondenza inversamente proporzionale fra la diminuzione del dato sul fumo e l’aumento di tumori polmonari). Gli stessi medici denunciavano già nell’ottobre ’88 il crescente aumento di malattie a carattere cronico degenerativo.

CASO EX ENICHEM- Nel 1986 il Comitato di gestione USL Foggia 5 dichiara “… la sospetta percentuale di morti per neoplasia epatica e per la epatocirrosi da sottoporre a verifica ..” Il confronto dei dati di mortalità della relazione della USL Foggia 5 rispetto alle altre USL segnalava un eccesso relativo alle malattie neoplastiche del 29,47%.(dati dal libro Di Luzio G., I fantasmi dell’Enichem). Nel 1997 viene pubblicata la prima indagine dell’OMS, che rileva per il periodo 1980-’87 un eccesso di mortalità per tumore dello stomaco, della prostata e della vescica tra i maschi e della laringe, della pleura e di mieloma multiplo tra le donne.

MANFREDONIA, SOTTOSTIMATI I RIFLESSI SUL QUARTIERE MONTICCHIO – Si ritiene che tali indagini, prendendo in considerazione anche Monte S.Angelo, sottostimino l’effetto sulla popolazione del quartiere di Monticchio (comune di Manfredonia), il quartiere maggiormente interessato dalla nube dello scoppio del ‘76. Prima dell’industrializzazione la mortalità nell’area era inferiore alla media della regione Puglia: “la curva epidemica mostra che in questi anni si sta manifestando nel gruppo di lavoratori presi in esame una aumento della mortalità per tumori e malattie cardiovascolari, con un incremento dei tumori della cistifellea. La mortalità per tumori polmonari supera quella attesa, dopo 15 anni di latenza”. Ancora “lo studio di mortalità relativo alla coorte delle ditte in appalto, costituita dai soggetti maggiormente esposti ad arsenico, ha mostrato un significativo aumento dei tumori polmonari in corrispondenza dei tempi di latenza di 20 anni o più, e in generale, un aumento della mortalità per tumori in questa categoria di soggetti. L’aumentata mortalità per cause neoplastiche, con speciale riferimento alle sedi polmonari, epatiche e alla cistifellea, dopo un periodo coerente con quanto indicato in letteratura, avvalora l’ipotesi di un ruolo causale dell’esposizione all’arsenico nell’insorgenza di queste patologie”. (perizia medica del luglio 1998 ordinata dalla Procura di Foggia).

SITI INQUINATI NEL TERRITORIO – SI ricorda ( Malati oncologici: dagli ospedali silenzio) che la Regione Puglia ha predisposto un elenco dei luoghi potenzialmente contaminati presenti sul territorio. Nel 2003 l’Arpa Puglia, sulla base di ulteriori segnalazioni pervenute agli Uffici del Commissario Delegato, della Regione e della stessa Arpa, ha provveduto ad aggiornare l’elenco classificando i diversi siti in base alla causa di contaminazione presunta. La tipologia di contaminazione prevalente è attribuibile alla presenza di discariche non controllate, accumuli depositi abusivi, sversamenti di oli combustibili, fanghi e rifiuti di amianto. In particolare modo il settore industriale ha esercitato un impatto sul suolo notevole, se si considerano i Siti di Interesse Nazionale (SIN), nei quali i risultati della caratterizzazione mettono in evidenza la contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Nel territorio pugliese i Siti da bonificare sono: Manfredonia, Brindisi, Taranto e Fibronit-Bari. Come detto, Il sito pugliese ove sono più avanzate le operazioni di bonifica è quello di Manfredonia ( Bonifiche località Pariti-Conte di Troia a Manfredonia) .

Il Dott. D’Angelo, presidente dell’Associazione Medicina democratica, aveva confermato la presenza di un dossier di oltre 600 pagine, frutto di dati che confermano l’alta incidenza delle malattie neoplastiche sul territorio di Manfredonia causata dai fattori inquinanti presenti sul territorio. I dati di mortalità sono stati analizzati per l’insieme dei Comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e S. Giovanni Rotondo e per il solo comune di Manfredonia. Gli studi di epidemiologia evidenziano (come nelle analisi dell’OMS) gli eccessi per entità e tipologia delle malattie interessate, sono strettamente legate a importanti componenti di natura professionale e ambientale, evidenziando un gradiente di rischio che aumenta in prossimità delle sorgenti inquinanti.

Maria Pia Telera