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Legambiente: urgente un Piano Provinciale per l’Energia

L’assenza di un Piano Provinciale per l’Energia sempre annunciato, ma mai effettivamente redatto ed approvato, fa sì che il territorio della Capitanata continui ad essere terra di conquista di imprenditori senza scrupoli, che hanno come solo fine quello di realizzare ingenti utili economici a scapito della salute dei cittadini. L’assalto al territorio con la costruzione di centrali per la generazione di energia elettrica oggi è imponente , infatti sono interessate Apricena con l’impianto di Grigolin per la produzione di clinker con la fusione degli scarti di pietra e che dovrà essere alimentato con il petcoke ( prodotto spugnoso o solido ottenuto dal processo di condensazione di residui petroliferi ed oleosi. E’ lo scarto della produzione di benzina serve per fare catrame)e da biomassa e non si sa di quale biomassa. Questo impianto che verrà costruito a qualche chilometro dalla città porterà notevoli conseguenze sulla salute dei cittadini; Rignano Scalo con una centrale a biomassa; Carapelle con una centrale da 11 Mw della Caviro che dovrà essere alimentata con vinacce e sansa ; il termovalorizzatore della Marcegaglia in località Paglia (agro di Manfredonia ma ai confini con il territorio di Cerignola, ovvero Borgo Tressanti, Borgo Mezzanone, cioè Foggia, dove insiste il dimenticato lager per immigrati). L’ampliamento della centrale da 50 Mw della Fenice spa all’interno della Fiat Iveco, che brucia rifiuti speciali in particolare oli esausti ; raddoppio di un altro impianto per rifiuti ospedalieri (ossia pericolosi) proprio a Cerignola città di Ecocapitanata; un impianto di produzione di energia elettrica alimentato da oli vegetali da 35,00 MWe Castelluccio Valmaggiore e a S.Agata di Puglia la centrale da 25 Mw alimentato a biomassa solida, in particolare paglia. Di tutte queste centrali le cittadine ed i cittadini non sono mai state informate nè coinvolte, come prescrive la Convenzione europea di Aarhus, ratificata da una legge dello Stato italiano. Eppure la salute dei cittadini è un bene fondamentale e primario e sancito dalla Costituzione, per cui prima di dare consensi all’installazione di qualsivoglia impianto, bisognerebbe informare, pensare e riflettere su quali conseguenze possano esserci per la salute. E di questo il primo responsabile è il Sindaco, in quanto autorità sanitaria locale. E’ necessario , pertanto, che i sindaci ed i consigli comunali prima di dare la disponibilità ad installare impianti, che vanno a modificare pesantemente il territorio abbiano acquisito tutte le informazioni necessarie ed abbiano informato i cittadini in merito alle modifiche che interverranno sul territorio ed ai possibili danni alla salute. Il primo passo che tutte le amministrazioni fanno è quello di deliberare sulla disponibilità ad ospitare sul proprio territorio questi impianti e da quel momento purtroppo per recedere dovranno affrontare contenziosi giudiziari con richieste di ingenti risarcimento danni, che spesso le amministrazioni non possono affrontare. Questo è quello che dice l’esperienza ecco perchè bisogna prima di deliberare informare i cittadini e conoscere nei dettagli il progetto, cosa che non accade quasi mai. L’esempio eclatante è quello del Comune di S. Agata di Puglia che con delibera di Consiglio Comunale del 26 aprile 2010, ha approvato una convenzione con la società AGRITRE s.r.l. per la costruzione nel suo territorio di una Centrale di 25 MWe con alimentazione da biomasse solide , prevalentemente paglia. La domanda che ci poniamo con sempre più insistenza è: Abbiamo sul territorio tanta materia prima, sia essa paglia, vinacce o sansa , per alimentare tutti questi impianti? Oppure bisognerà riconvertire la nostra agricoltura per produrre colza, girasole, soia, sorgo zuccherino, barbabietola, mais? Oppure ancora è solo l’inizio di un percorso che porterà a bruciare dopo 5 anni il CDR , cioè rifiuti; come accaduto con l’impianto della Marcegaglia che venne presentato agli inizi come centrale a biomassa e successivamente è diventato inceneritore ? Se fonti rinnovabili debbono essere, il loro utilizzo non deve alterare le dinamiche ambientali del territorio in cui vengono realizzate con particolare attenzione alla biodiversità e la produzione di biomasse non deve ridurre l’attuale superficie forestale e agricola e non deve essere importata da aree mondiali sottoposte a deforestazione.
Legambiente Circolo "Gaia" di Foggia, pur non essendo contraria aprioristicamente , chiede alla Amministrazione Comunale ed al Sindaco di S. Agata di ritirare la delibera adottata in aprile in autotutela ed avviare il percorso di informazione ai cittadini e di conoscenza del progetto. Successivamente, Legambiente Circolo "Gaia" di Foggia è disponibile a confrontarsi per verificare, dal punto di vista scientifico anche insieme ad una commissione mista di consiglieri e cittadini, la reale pericolosità dell’impianto per la salute dei cittadini e del territorio. La domanda che ci poniamo se tutti questi impianti venissero realizzati, quale sarà la qualità dell’aria del nostro territorio?