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Parla l’assessore di Vieste Nicola Rosiello, scettico sul Gino Lisa

Il turismo va sul Gargano. Che vuole un proprio scalo.

 

Tutto un altro progetto per volare, stufi dei ritardi, decennali, sul Gino Lisa. La linea del Gargano prende le mosse dal fatto che la gran parte del turismo pugliese ha come approdo la Montagna del sole. Per questo Nicola Rosiello, assessore al turismo di Vieste ed imprenditore del settore, si interessa fino ad un certo punto della questione, nonostante sia sempre attento ai risvolti: “E’ arcinoto che come amministrazione di Vieste stiamo portando avanti il progetto di un nostro scalo garganico da farsi con i soldi dei privati, ma seguiamo l’evolversi della situazione Gino Lisa. L’interesse si è risvegliato in modo violento negli ultimi anni, quando abbiamo cominciato anche noi a parlare di voli, di scalo aeroportuale del Gargano. I numeri li abbiamo noi”. Spiega: “Siamo al primo posto in Puglia per flussi turistici, dopo decenni di rimpalli si è risvegliata la coscienza di chi non voleva farsi scippare l’aeroporto”. Ma non è semplice, Rosiello lo sa: “Stiamo seguendo per il progetto strade non ancora esplicabili perché manca il consenso della Regione: c’è la volontà politica di una variante? Non lo sappiamo.” Il discorso suona più o meno così, e l’assessore del paese sul mare ritorna spesso sul punto: se è complicato per il Gargano, nel frattempo non si vede luce fuori dal tunnel per il Gino Lisa, e se un’attesa è improduttiva l’altra non è da meno. Sfoglia i dati immagazzinati in questi anni d’impegno costante a sperare di volare: “La fascia minima stabilita per ottenere un aeroporto con denaro pubblico oscilla fra i 500mila e i milione di passeggeri l’anno. A noi non interressa raggiungere questi standard perché i soldi li metterebbero i privati”. Nelle more dei decolli, in pianura e sulle montagne, per non “mettere le braccia conserte” stanno tentando un’altra via. “Noi non siamo contro il Gino Lisa, sia chiaro. Ma in cuor nostro pensiamo che se non l’abbiamo ottenuto finora sarà un po’ difficile per il futuro. Sono nato e cresciuto senza averlo mai visto partire”.

p.l.
Quotidiano di Foggia