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Strage di cani a Siponto

Ritrovati morti sei cani di piccola e media taglia e due gatti. Lupoli dell’Enpa: "è molto difficile trovare i colpevoli di queste carneficine".

 

Sei cani di piccola e media taglia e due gatti sono stati ritrovati morti una settimana fa nelle vicinanze di alcune ville e poderi di Siponto, nei pressi di viale dei Pini.

"Non è la prima volta che ci troviamo a dover assistere a spettacoli del genere – commenta Marco Lupoli, responsabile Enpa di Manfredonia – abbiamo trovato cani puliti e curati, e non randagi, sicuramente dopo aver ingerito esche ingannevoli avvelenate o topicidi".

In passato, ricordiamo i 18 cani trovati morti nei pressi del villaggio di Ippocampo, sulla riviera sud, altre carcasse ritrovate nella pineta di Siponto e in zona Acqua di Cristo, alla periferia est della città.

Numerosi sono i sopralluoghi che i volontari Enpa effettuano sistematicamente, insieme ai vigii rubani e agli uomini del corpo forestale, anche "grazie alle varie segnalazioni e denunce che ci giungono da parte dei cittadini, particolarmente sensibili a questo fenomeno.

Noi dell’Enpa – prosegue Lupoli – continueremo sempre ad adoperarci per risalire all’identità dei responsabili di queste carneficine ma è molto difficile trovare i colpevoli, soprattutto quando si tratta di zone agricole. Può essere stato davvero chiunque, con bocconi o polpette lanciati al volo nelle campagne. I veleni dispersi sul territorio sotto forma di esche costituiscono davvero un grave pericolo per gli animali".

Utilizzare bocconi avvelenati è illegale. La legge (L.N. 157/92 art. 21 lett. U) vieta espressamente l’uso di questi mezzi e prevede sanzioni penali per chi contravviene a questo divieto. Uccidere gli animali è espressamente vietato anche dalla legge 473/94 (modifica 727 c.p.), nel caso in cui gli animali morti siano di proprietà il reato è perseguibile anche ai sensi dell’art. 638 c.p. con una pena fino ad un anno di reclusione e con una multa fino a € 309,87.

E’ importante dire che il reato previsto dall’art. 638 c.p. è punito solo con querela di parte, cioè il proprietario dell’animale deve chiedere espressamente al Giudice (Pretore), entro tre mesi dal giorno in cui è venuto a conoscenza del fatto, di perseguire la persona o le persone che hanno ucciso o danneggiato l’animale.

"La denuncia è importante e necessaria sia per smascherare e punire gli avventori – conclude Marco Lupoli – sia per stilare una mappatura più precisa e completa della zona in cui si verificano tali episodi".

Anna Castigliego

manfredonia.net