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Parco/ Grotta Paglicci: “è interesse del territorio preservare questo patrimonio”

Piena convergenza di intenti tra il Parco Nazionale del Gargano e il Comune di Rignano Garganico. Punto di partenza: la conservazione e la valorizzazione del sito archeologico.

 

Dopo la presentazione del docu-film sulle indagini archeologiche condotte a Grotta Paglicci tenutasi a Siena lo scorso 10 novembre, restano accesi i riflettori sulla valorizzazione di questo importante “tesoro” della nostra terra.

“Il Parco Nazionale del Gargano non ha concluso la sua azione su Grotta Paglicci – ha dichiarato il Commissario del Parco, Stefano Pecorella -. Certamente la prestigiosa cornice dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena, che ha ospitato la presentazione ufficiale del filmato che narra il prezioso lavoro della Prof.ssa Ronchitelli e del suo staff, rappresenta un importante momento di promozione e di valorizzazione di uno dei siti archeologici più importanti d’Europa. La presenza a Siena, oltre alle Istituzioni, anche del presidente del Centro Studi Paglicci Enzo Pazienza, è stata importante per consolidare l’asse sul quale operano tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti di Grotta Paglicci. Posso quindi affermare con serenità che l’attività di salvaguardia di questo bene oggi riparte su nuove basi”.

“E’ di qualche giorno fa – ha proseguito il Commissario Pecorella – la notizia del ripristino del contributo ordinario agli enti parco nella sua intera forma e non più al 50%. Stiamo effettuando le opportune verifiche, congiuntamente al Comune di Rignano Garganico, per la costituzione di un Tavolo Tecnico che possa dare il definitivo avvio alle attività finalizzate ad una maggiore fruizione del Polo Museale e del centro Visite realizzati dal Parco del Gargano e dare nuovo slancio alle attività di ricerca coordinate dalla Prof.ssa Ronchitelli dell’Università degli Studi di Siena, di concerto con la competente Soprintendenza”.

“Occorre ragionare in un’ottica di sistema – sottolinea Antonio Gisolfi, il giovane ma deciso Sindaco di Rignano Garganico –. E’ questo il filo logico che sta guidando le nostre azioni per la salvaguardia e l’ulteriore valorizzazione del sito di Grotta Paglicci, consentendo la prosecuzione delle ricerche. Per poter preservare questo bene e renderlo fruibile anche dalle generazioni future, occorre un piano complessivo di salvaguardia dell’intera area dove è ubicata la grotta, situata su un terreno carsico che per sua stessa natura presenta delle criticità geomorfologiche”.

Focus On: il sito di Grotta Paglicci
Grotta Paglicci è nota agli studiosi perché, per migliaia e migliaia di anni, gruppi preneandertaliani prima (fra 250 e 130mila anni fa) e antichi sapiens poi (fra 36 e11mila anni fa) hanno occupato la grotta ripetutamente, lasciando le tracce delle loro attività: strumenti di selce e d’osso, resti di pasto, evidenze abitative (focolari, aree di accumulo di ossa), ornamenti. Una sequenza straordinaria, lunga millenni, che illustra l’evoluzione tecnologica e culturale di queste antiche popolazioni e insieme le trasformazioni dell’ambiente circostante il sito durante le ultime fasi glaciali.
Non solo: la grotta, situata in un’area di difficile accesso, conserva l’unica testimonianza nota in Italia di pitture parietali paleolitiche, due cavalli e alcune mani risalenti a circa 20mila anni fa. A cui si aggiunge il rinvenimento, a più livelli, di una trentina di pietre e ossa con incisioni artistiche raffiguranti animali e motivi geometrici e di due sepolture di sapiens fra le più antiche rinvenute in Europa.
Per tutte queste ragioni il sito archeologico è oggetto di ricerche da oltre quarant’anni. Indagini condotte dall’Università di Siena, primo fra tutti il prof. Arturo Palma di Cesnola, in collaborazione con la locale Soprintendenza per i Beni Archeologici. Fino ad oggi sono stati recuperati quasi 40000 reperti tra cui dipinti parietali di cavalli (due piccoli e uno grande), impronte positive e negative di mani, scheletri umani, focolari, strumenti litici, oggetti d’arte mobiliare (il graffito più antico, rappresentante uno stambecco, viene datato a circa 22.000 anni fa). La Grotta Paglicci è fondamentalmente un sito di scavo e di studio. La presenza di un determinato e delicatissimo microclima al suo interno non consente purtroppo la fruizione di massa da parte dei visitatori, dal momento che un’eccessiva presenza antropica causerebbe un aumento della temperatura e dell’umidità all’interno della Grotta che potrebbe causare la perdita irrimediabile dei graffiti stessi.