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Vico/ “La mafia tornerà a colpire gli imprenditori dicano no”

Laudati: “Infiltrazioni forti, il settore del turismo a rischio”.

 

«L’errore che non si deve commettere è abbassare la guardia nel momento in cui la mafia garganica ha mostrato la sua determinazione e mentre la pressione delle Istituzioni è sempre più forte». Lo ha detto il procuratore capo di Barie della Dda, Antonio Laudati, al termine dell’incontro tecnico avvenuto nella sede della compagnia carabinieri di Vico del Gargano, presente anche il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, i procuratori di Foggia, Vincenzo
Russo, e di Lucera, Domenico Seccia, il vice prefetto Michele Di Bari, ufficiali dei carabinieri e funzionari della polizia. Il duplice omicidio dei fratelli Giovanni e Martino Piscopo, imprenditori di Vieste rapiti, uccisi e bruciati, è da «leggere – per Laudati – come un chiaro messaggio agli operatori turistici e, nello stesso tempo, per riaffermare la “capacità di azione” di cui la malavita organizzata può disporre. Che ci sia attenzione da parte di magistratura e forze dell’ordine per contrastare l’organizzazione malavitosa garganica è un dato oggettivo che trova rispondenza nei risultati che si stanno ottenendo in questi giorni. Ma questo non deve far dormire sugli allori – ha proseguito il procuratore – ma al contrario bisogna evitare che la mafia garganica possa allungare sempre più i suoi tentacoli, un rischio possibile se dovesse trovare terreno “molle” in una società incapace di una reazione ferma». Un messaggio chiaro da parte del procuratore Laudati agli imprenditori perchè «facciano fronte comune per opporsi ad un disegno criminoso che, se non contrastato nella maniera più ferma, non potrà che danneggiare il Gargano, la sua immagine e la sua economia». Laudati, a latere della riunione tecnica, ha incontrato anche una delegazione di operatori viestani, giustamente preoccupati per l’efferatezza con cui sono stati ammazzati i Piscopo, ma anche per l’immagine che viene veicolata dai media. Il procuratore ha sollecitato tutti ad una più stretta collaborazione con magistratura e forze dell’ordine, «l’unica strada – ha ricordato –per ridare serenità alle comunità locali ed evitare che uno, se non proprio il primo, dei settori trainanti dell’economia garganica qual’è il turismo, possa essere penalizzato, è quella di essere uniti, di manifestare in modo forte che la popolazione garganica dice un secco “no” a qualsiasi forma di violenza e di ricatto».
Laudati al riguardo ha ricordato la fiaccolata svoltasi a Vieste nei giorni successivi alla scomparsa dei fratelli Piscopo, un momento di coesione da parte di una comunità che ha voluto essere vicina alla famiglia Piscopo ma anche che non accetta la pressione malavitosa. «Lo stesso spirito – ha concluso Laudati – deve continuare ad essere la forza di reazione contro la pressione che, certamente, gli uomini della mafia garganica continueranno ad esercitare». Il procuratore Laudati ha anticipato che tra un paio di settimane ci sarà, sempre sul Gargano, un altro incontro con Mantovano e i sindaci garganici, per dimostrare «quanto alta sia l’attenzione verso questa parte di territorio, al fine di restituire serenità ad un’opinione pubblica giustamente preoccupata».

Francesco Mastropaolo