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La Fiorita, prescritto un terzo dei reati. Fitto: “Preferisco esser assolto”

La spugna della prescrizione sul processo che vede imputato il ministro degli Affari regionali: "Intendo rinunciarvi, perché voglio essere assolto nel merito". Colpo di scena questa mattina al processo La Fiorita in corso al tribunale di Bari, nel quale è imputato insieme ad altri il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto, all’epoca dei fatti contestati presidente della Regione Puglia. Il pm Renato Nitti ha comunicato ai giudici che 36 dei 91 capi imputazione sono orami prescritti. Si tratta in buona parte di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Prescritto anche il reato di istigazione all’abuso d’ufficio contestato a Fitto.

Quest’ultimo, che è ancora accusa di due episodi di corruzione, due di falso, finanziamento illecito ai partiti e peculato, ha voluto poi rendere dichiarazioni spontanee: "Premesso che ho sempre voluto difendermi nel processo con gli strumenti dati dalla legge, intendo manifestare tutto il mio disagio nel sentirmi acora accusato di associazione a delinquere, reato dal quale la Cassazione mi ha definitivamente assolto. Quanto alla prescrizione che mi riguarda, intendo rinunicarvi. Perché preferisco essere assolto nel merito".

Il processo "La Fiorita", in cui è imputato il ministro con altre 60 persone riguarda fatti che si riferiscono al periodo 1999-2005. Fitto è a giudizio per due episodi di corruzione, tra cui una mazzetta da 500mila euro ricevuta dall’editore romano Giampaolo Angelucci per l’illecito finanziamento al partito "La Puglia prima di tutto", un peculato e due abusi d’ufficio. Il procedimento riguarda l’esistenza di un presunto accordo illecito finalizzato ad assicurare alla società ‘Fiorita’ le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi, e l’affidamento di un appalto da 198 milioni di euro ad una società di Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite (Rsa).