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Sanità, allarme conti il deficit in Puglia oscilla sui 500 milioni

La somma delle perdite fatte registrare dalle Asl e dalle aziende ospedaliere ha raggiunto quota 616 milioni. E il deficit «reale» del sistema sanitario pugliese – che non c’entra con quello risultante dopo le correzioni apportate ai tavoli ministeriali – potrebbe aggirarsi tra i 446 e i 522 milioni di euro. Per coprire il debito ed evitare il commissariamento, dunque, la Regione sarà chiamata a recuperare almeno altri 100 milioni rispetto ai 357,6 già appostati nell’ultimo bilancio di previsione. I numeri emergono da una valutazione non ufficiale che circola tra gli addetti ai lavori.

Il deficit lordo di 595,93 milioni va a sua volta sottoposto a correzioni, perché per il calcolo preciso servono due dati che non sono noti: l’ammontare dei finanziamenti per la sanità penitenziaria e per l’Istituto zooprofilattico (quest’ultimo non compreso nel Dief), e il quadro preciso delle somme a disposizione dalla Regione ma riferite a funzioni svolte dalle aziende, tra cui la voce principale sono gli 87,6 milioni destinati alla distribuzione diretta dei farmaci (su cui peraltro il Dief fa un po’ di confusione).

Ma anche ipotizzando, in termini molto prudenti, che queste voci portino ad una correzione positiva nell’ordine dei 120 milioni, lo sbilancio complessivo ammonterebbe a 446 milioni. E se gli 87,6 milioni citati prima (quelli per la distribuzione diretta dei farmaci) risultassero già distribuiti, il deficit risalirebbe a quota 522 milioni. Ovvero tra il 6,5% e il 7,61% del fondo sanitario, tra un punto e mezzo e due punti in più rispetto al limite per il commissariamento stabilito nel Patto per la salute.

Va chiarito che ai fini del Patto il deficit si calcola (tavolo «Massicci») con regole diverse da quelle civilistiche, che portano la cifra a calare ulteriormente. Il rischio effettivo di commissariamento non c’è, perché la Regione – come chiarito dall’assessore Tommaso Fiore – potrà attingere a copertura dall’avanzo di amministrazione del bilancio autonomo, salva l’eventuale introduzione di nuove tasse (detto per inciso: questo è già il motivo per cui in Puglia la benzina è la più cara d’Italia).

Ma al di là delle regole di calcolo, la perdita riportata dal sistema sanitario regionale dovrà essere coperta per intero: la differenza tra entrate e spese rappresenta, in buona sostanza, il debito nei confronti dei fornitori che già oggi aspettano anni per essere pagati. Chi ha compilato questa valutazione economica fa notare che lo sbilancio reale del sistema è sensibilmente più alto, perché le Asl utilizzano regole contabili un po’ particolari. Nei bilanci delle aziende sanitarie e di quelle ospedaliere mancano (o sono insufficienti) gli accantonamenti per gli interessi per ritardato pagamento, per gli indennizzi al personale, per le ferie arretrate e per le liti pendenti: solo per la Asl di Bari, giusto per fare un esempio, quest’ultima voce supera di gran lunga i 100 milioni di euro.

Al 30 novembre 2010, secondo i dati contenuti nella relazione al bilancio predisposta dall’assessore Pelillo, la Regione aveva da ripianare ancora 683 milioni riferiti al periodo 1995-2009. Nella ipotesi peggiore le risultanze contabili del 2010 potrebbero riportare il debito ad una cifra superiore al miliardo di euro.

MASSIMILIANO SCAGLIARINI