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In risposta ad allagamenti a Palude Mezzane

Riceviamo e pubblichiamo

 

In merito all’articolo di Aldo Ragni, ci sono alcuni errori nelle proposte, che se messi in atto, non solo non allevierebbero il problema ma costituirebbero un grave danno all’habitat già abbondantemente deturpato dal processo di urbanizzazione delle suddette zone. Un lavoro serio deve partire dallo studio orografico della zona, esattamente, quanti metri quadri di territorio scaricano acque pluviali in quella zona ?avremo una superficie x. Quanti centimetri di acqua per centimetro e con quale velocità riesce a far defluire a mare una eventuale canalizzazione + grande. Quindi bisogna innanzitutto consultare un’ esperto di idrodinamica. Se vogliamo andare ad occhio, la cosa + sensata da fare è ripristinare le quote altimetriche originali, eliminare i riempimenti e le recinzioni di cemento armato che realizzate a valle, formano il bordo di un catino. In questo modo ragionevolmente l’acqua defluirà come ha fatto per decenni senza alzarsi troppo di livello in determinati punti. I canali esistenti sono ancora ricchi di vita, perché distruggere intere colonie di gallinelle e di anfibi ?per fare cosa poi ? cementificare un canale rendendo impermeabile il suo letto ? e quanto dovrebbe essere largo e profondo questo ipotetico canale per raccogliere tutta l’acqua che giove pluvio vorrà mandarci nel futuro ?

Ugo Del Giudice