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Inaugurata la nuova Casa della Carità di Manfredonia

Da giovedì 14 aprile 2011 Manfredonia ha un nuovo posto per il dialogo e l’incontro, per la solidarietà e l’accoglienza: la Casa della Carità. Inaugurata e benedetta nel pomeriggio di ieri, la struttura nasce come "atto d’amore nella logica evangelica di condivisione e affetto verso ogni fratello", come ha detto don Stefano Mazzone, a cui la Casa è stata affidata.  Ricordando e ringraziando tutti coloro che vi hanno collaborato, il pensiero è andato a monsignor Vincenzo D’Addario, di venerata memoria, a cui si deve il sogno di quest’opera. "A lui è da riconoscere la tenacia con cui ha sostenuto la proposta nel presbiterio e nella comunità diocesana. E credo che oggi, dal cielo, guardi compiaciuto la creatura della sua bontà", ha aggiunto don Stefano. Monsignor Domenico D’Ambrosio, poi, dal sogno ha avuto il coraggio di dire ‘cominciamo’ e, il 7 febbraio 2009, ha posto la prima pietra e il suo incoraggiamento a continuare l’opera: "In questo luogo la comunità eserciti con sapienza e amore la predilezione per i poveri, e tutti, sacerdoti, suore e laici, prestino con sollecitudine il loro servizio, come espressione di unità e comunione".
Di padre in padre, di cuore in cuore, con l’attuale vescovo Michele Castoro il sogno è diventato segno, concreto e tangibile, "un’opera imponente, tra le più importanti della città di Manfredonia", come ha evidenziato il sindaco Angelo Riccardi. La Casa della Carità, situata nel II Piano di Zona, si estende per 12mila metri quadrati tra struttura ospitante, padiglioni, porticati e zona verde. "Saranno necessari altri lavori, sia per le rifiniture esterne sia per l’arredo interno -ha affermato monsignor Castoro-, ma già dai prossimi giorni sarà assicurata la presenza stabile delle suore della Carità di santa Giovanna Antida, suor Carla e suor Caterina, e di don Stefano Mazzone, che ho voluto come responsabile dell’intera struttura". Il grande e costante impegno del vescovo Castoro ha fatto sì che i lavori terminassero nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi; ma ha anche creato una potente rete di collaborazioni che lascia sperare in un futuro sereno per la nuova Casa. "Questa opera non risolverà tutti i problemi della città, ma è un segno di dedizione, che alla gente deve indicare traiettorie nuove", ha continuato il vescovo, passando poi a ringraziare tutte le autorità civili e militari, presenti numerose, i sindaci della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, i sacerdoti, i religiosi, la Caritas diocesana, i gruppi, i movimenti e le associazioni, specialmente quelle di volontariato. E gratitudine monsignor Castoro ha espresso ancora nei confronti di quanti hanno reso possibile la realizzazione della Casa, dal vicario generale don Andrea Starace all’ingegnere Mario Azzarone che ha progettato e diretto le operazioni, dall’economo diocesano Matteo Totaro all’ingegner Mario Salvemini e alle maestranze e agli operai dell’impresa Mucafer, che ha eseguito i lavori. Anche il sindaco Riccardi ha ringraziato la Mucafer, "importante realtà locale, che sta consolidando un’immagine di professionalità e affidabilità in diversi ambiti". Il vescovo ha, infine, ricordato che la Casa della Carità è stata realizzata per la maggior parte con i proventi dell’8 per mille assegnato alla chiesa cattolica e con il contributo di qualche fedele: per il completamento e il funzionamento della casa è necessario, ora, il contributo di tutti. "La crisi che sta segnando questo periodo ci costringe ad allargare gli orizzonti di dialogo e a cercare storie positive da raccontare. Come questa casa, sogno coltivato fino a diventare segno da far crescere tutti insieme, con la città", ha concluso Angelo Riccardi. L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordine statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore (Benedetto XVI).