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Manfredonia – E’ in edicola il saggio di Pasquale Ognissanti sull’Università sipontina

 

Tutto quello  che ancora non  è stato scritto sulla “fondazione” di Manfredonia. E’ in edicola il saggio di Pasquale Ognissanti, L’Università sipontina nel periodo Normanno-Svevo. Casale Siponti, Per l’Archivio Storico Sipontino. Il saggio vien letto in un “sol fiato”, perché segue una logica serrata tesa a porre in risalto quanto finora non si è scritto sulla “fondazione” di Manfredonia.

Ognissanti, non nuovo a questo tipo di indagine, si avvale di tutta la bibliografia documentaria del periodo normanno-svevo per chiarire molti aspetti della “distruzione” di Siponto e della “fondazione” di Manfredonia.
Non anticipiamo niente, lasciando al lettore il gusto della scoperta, come in un romanzo giallo; e come un romanzo giallo Ognissanti sviluppa la trama del suo saggio.
Abbiamo voluto fare qualche domanda all’autore.
Perché questo saggio?
“Seguendo il filo della ricostruzione storica delle vicende della comunità sipontina, ho proseguito fino al periodo normanno-svevo (il periodo angioino è in fase di pubblicazione), ricavandone per adesso delle note che poi saranno viepiù sviluppate in un volume più corposo”.
E’ solo questo il motivo della pubblicazione e non altro?
“Il saggio è maturato con il tempo, con la ricerca di tutta la bibliografia storica che ho potuto reperire presso le biblioteche nazionali ed estere. In vero, in circolazione ci sono molte mistificazioni, per cui andavano e vanno ribaditi alcuni dati di fatto. Non si può scrivere la storia di una comunità, per sentito dire o copiando e ricopiando quanto già scritto da “storici” non bene informati, se non proprio superficiali. Le questioni della “distruzione” di Siponto” e della “fondazione” di Manfredonia sono elementi essenziali della nostra storia, per cui ogni affermazione va suffragata con richiami documentari”.
E’ soddisfatto del lavoro fatto?
“Si! Anche perché da tempo vado scrivendo che la sipontinità non è qualcosa di morto e lasciata alle ortiche. La comunità sipontina, nel senso più pieno del significato e del significante, è operante e vivificante. Per me Siponto (e non Scoppa) è sempre stata in vita. E una volta per sempre voglio invitare a chi scrive delle nostre cose a non usare il termine manfredoniani (fra l’altro è pure cacofonico, semmai manfredoni), ma sipontini. E senza fare polemica o sciocco campanilismo, va ribadito che tutti noi siamo sipontini da sempre e come tali vantiamo la nostra cultura, le nostre attività, le nostre tradizioni, la nostra religiosità, la nostra  cultualità e la nostra storia. Siamo quelli che siamo, da millenni. Ecco, non è che dobbiamo andare alla ricerca di una Città perduta; quella Città siamo noi e le future generazioni, e a noi e a loro spetta valorizzarla e difenderla da molte insidie malefiche del tempo e non solo del tempo”.
Più chiaro di così Ognissanti non poteva essere, auguriamo a tutti un  buon uso del saggio e ne facciano, altresì, una “rilassante” lettura.