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Puglia: per i tagli alla Regione, sul tavolo le proposte

Almeno sei le proposte di legge sul tavolo del consiglio regionale, che dal primo settembre si appresta a lanciare la campagna tagli- costi imposta (ma non solo) dalla manovra-bis del governo. Tante se ne contano, al momento, nella complessiva partita delle riforme che l’Au l a di via Capruzzi dovrà affrontare sulla base del calendario che la conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente del consiglio Onofrio Introna, stilerà il prossimo 1° settembre. Il primo appuntamento è con la riduzione del numero dei consiglieri regionali (da 70 a 50) e degli assessori (da 14 e 10) che scatterà dalla prossima legislatura. La settima commissione è chiamata sostanzialmente a «vidimare» quanto già formalizzato dal Pdl sulla base dei parametri indicati dal governo nella manovra. Fatto il primo passaggio in Aula del ritocco allo Statuto, Introna conta di avviare la seconda mini-riforma: quella della legge elettorale. Con meno consiglieri occorrerà individuare meccanismi che tutelino la rappresentanza di tutte e sei le province e di tutti i partiti (dunque, sarà ritoccata in basso la soglia di sbarramento al 4%); dall’altro lato, andrà garantita la parità di genere con la doppia preferenza (su modello della Campania). Arriviamo così alla terza riforma, quella riguardante lo status dei consiglieri.

La partita delle indennità è già risolta (con le decurtazioni partite nel 2011), da risolvere è quella dei vitalizi. L’idea è di introdurre il calcolo contributivo, azzerando il diritto a percepire la pensione già dopo metà legislatura (il restante 50% della consiliatura può essere riscattato). È lo scoglio più difficile da superare, visto che due terzi dell’attuale Consiglio è composto da «prime leve», consiglieri cioé eletti nel 2010 e che già convivono con lo spauracchio di elezioni anticipate al 2013 per la corsa ingaggiata da Vendola alla premiership. L’alternativa, però, sarebbe già pronta: inserire nel versamento previdenziale di ciascun consigliere (circa al 23%) un contributo per il riscatto. Anche in caso non passi il sistema contributivo, assicura Introna, verrà comunque rivisto tutto il meccanismo incrementale che porta, già dopo una sola consiliatura, a percepire il vitalizio e dopo 3 a vedersi arrivare una cedola pari al 90% dell’indennità.

Il quarto capitolo è l’assegno di fine mandato: la liquidazione per una sola consiliatura (5 anni) è pari ad 1 anno di indennità; sarà rivisto il meccanismo adeguandolo a quello (1 mensilità ogni anno) di tutti i lavoratori. Ma altre proposte di intervento si affacciano nel dibattito sulle riforme e a lanciarle è Davide Bellomo, capogruppo de «I Pugliesi» e unico «dissidente » nel voto in Aula sulla riduzione a 60. Già in quell’occasione aveva depositato un ordine del giorno con cui rivedere, contestualmente ai tagli, una revisione dell’intera macchina legislativa di via Capruzzi. Ed ora, torna a puntare i piedi perché le riforme del Consiglio non si limitino a ridurre i numeri (e dunque i costi), ma a rendere più efficente il lavoro del «parlamentino» pugliese.

«La riduzione a 50 consiglieri scatta dal 2015, ma si possono varare ritocchi a Statuto e Regolamento – spiega – che partirebbero subito». Innanzitutto il personale assegnato ai gruppi consiliari: ciascuno consigliere ha diritto ad un «portaborse» mentre ogni gruppo ne ha diritto ad altri due. Ebbene, accade che proprio «I Pugliesi», pur composti dal solo Bellomo, abbiano tre dipendenti a disposizione e che tutti i consiglieri che svolgono funzioni di vertice nelle commissioni (presidenze) o nell’uf – ficio di presidenza, si ritrovino con un dipendente in più rispetto a quelli assegnati. «Trasferire il personale dove serve di più, ad esempio in un ufficio studi – dice Bellomo – migliorerebbe le attività del Consiglio e tamponerebbe le emergenze che pure accadono in alcuni settori amministrativi, dove la giunta spende fiumi di denaro per le consulenze».

La seconda proposta riguarda i rapporti tra consiglio e giunta: «il Consiglio è ormai espropriato di qualsiasi potere di controllo e perfino i regolamenti attuativi delle leggi, che spesso sono il cuore delle norme, vengono demandati al governo. Andrà rivisto il meccanismo previsto dallo Statuto». Quanto al governatore, non solo se si candida ad altre cariche «non deve più essere rieleggibile», ma va trasferita automaticamente al vicepresidente la continuità dell’azione amministrativa (onde evitare il «costo» di nuove elezioni in Puglia) e va assegnato al Consiglio il potere di sfiducia nei confronti dei singoli assessori (come accade in Parlamento) «dopo averne monitorato mensilmente l’operato in Aula». Per i consiglieri, invece, dovrebbe scattare il divieto di coprire altre cariche istituzionali (nei consigli provinciali o comunali dove risiedono).

BEPI MARTELLOTTA