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Vieste – Vicenda Piscopo/Il Sindaco: “Anch’io rammaricata da tanta superficialità”

Con riferimento al comunicato diramato a firma della famiglia Piscopo e pubblicato dal sito web di Ondaradio, per ovvia chiarezza, ritengo opportuno precisare quanto segue:
•Non è mia intenzione polemizzare con chi ha vissuto sulla propria pelle un dramma inenarrabile come quello accaduto alla famiglia Piscopo, per il quale nutro immenso rispetto e comprensione e per il quale non ho fatto mancare vicinanza umana ed istituzionale;

tuttavia non posso che essere altrettanto rammaricata dall’atteggiamento (e in questo caso la famiglia Piscopo sembra esserci cascata in pieno) di chi da una frase mal riportata e mal contestualizzata ne ha tratto un giudizio di superficialità evidentemente mal riposto, lasciandosi andare a conclusioni prive di fondamento. Mi verrebbe da ribattere che vera superficialità è quella di trarre da una singola frase un giudizio e delle considerazioni così sferzanti, ma mi limiterò alle puntualizzazioni del caso.
•Sappiamo bene che viviamo in epoca mediatica, dove per una frase, un giornalista voglioso di spettacolarizzare la realtà (il riferimento è all’articolo a firma di Niccolò Zancan apparso su La Stampa del 2 agosto scorso) ti inchioda al teorema che egli stesso ha tutta l’intenzione di voler dimostrare, portando i fatti o presunti tali tutti al solo vaglio del tribunale dell’accusa e mai della difesa. Nel caso specifico, il teorema di Zancan è sembrato essere “ecco come ti dipingo Vieste realtà mafiosa tout court” con tutta l’aria simile ad un capo di accusa senza attenuanti da propinare ai tanti turisti che d’estate leggono i giornali sotto l’ombrellone, chissà che si decidano ad abbandonare –finalmente, per la gioia di altre economie- le nostre spiagge. E dunque tutto fa brodo, persino il particolare dei 10 chilometri reso solo per evitare che si descrivessero financo le vie o i quartieri del centro cittadino come un campo da far west o simil Gomorra (ci mancava solo questo nell’articolo di Zancan!); un particolare amplificato, anzi reso al punto tale da costruirci sopra il teorema della minimizzazione, del Sindaco che “non vuole vedere e non vuole sentirci da nessun orecchio”.
•Niente di più falso, cara famiglia Piscopo. E lo dico –ribadisco- con l’affetto e la comprensione che meritate per aver partito la tragedia che sappiamo. Asserire che il Sindaco “è superficiale”, o che “è tesa ad allontanare le responsabilità che le competono” è dimenticare tutto di un colpo, grazie all’effetto di una frase volutamente fraintesa, quanto io stessa ho testimoniato nei giorni del Vostro dramma. Ed è questa che al mio paese si qualifica “superficialità”.  Il Sindaco “superficiale” si è distinto in prima fila ed in prima persona nelle fiaccolate, nei vertici in Prefettura, nei contatti con le autorità preposte proprio per incentivare ogni dovuta attenzione per la dolorosa e tragica vicenda e per tutto quanto alla stessa era riconducibile. Al viceministro degli Interni On. Alfredo Mantovano, -ribadisco V-i-c-e-m-i-n-i-s-t-r-o, non un funzionario qualunque-, così come nei comitati di sicurezza tenutisi a Vieste ed in Prefettura alla presenza del Procuratore Laudati, non ho rappresentato aria fritta o teoremi di antropologia criminale, ma i particolari della drammatica escalation che il fenomeno criminoso rischiava di assumere a queste latitudini, chiedendo uomini, mezzi ed attività di intelligence sempre più penetrante. Ed i risultati –grazie a queste richieste ed alla risposta encomiabile dello Stato a tutti i livelli- non hanno tardato ad arrivare con l’arresto di pericolosi latitanti e il racket messo in ginocchio; chi ha assistito alle pubbliche iniziative dell’antiracket ha sempre potuto constatare la presenza del Sindaco con la propria faccia. Questi sono fatti e sorvolarci sopra è peccato vero di superficialità.
•Avrei preferito un franco colloquio con la famiglia Piscopo per chiarire questi aspetti, perché pubblicizzare tali malumori si risolve in un favore fatto a chi ama le divisioni e non la compattezza su questioni così delicate, ma come è evidente non è dipeso dalla sottoscritta, chiamata obtorto collo a replicare, per dovere di carica, ad un comunicato reso pubblico.
•Non ho replicato all’articolo di Zancan consapevole che la replica sarebbe stata relegata al massimo in un trafiletto o nella rubrica della posta, come spesso accade in barba al corretto esercizio del diritto di replica. Non solo: in molti casi la tecnica capziosa di un certo giornalismo fa si che una doverosa replica si traduca in una notizia (falsa) ripetuta due volte.

Cordialmente

Vieste, il giorno 30 agosto 2011

  
      Il Sindaco
     Dr.ssa Ersilia Nobile