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Il Santuario di San Michele Arcangelo patrimonio mondiale dell’umanità

 Un sogno che si è realizzato.

 

 Il riconoscimento, da parte dell’UNESCO, del Santuario di San Michele quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità è un sogno che ogni studioso ambisce di essere realizzato, specie se l’oggetto delle sue ricerche, da decenni, è stato lo studio del santuario micaelico visto nell’ambito della cultura e della civiltà del pellegrinaggio cristiano, in rapporto con la formazione politico-religiosa dell’Europa e dei grandi itinerari della fede, fra cui Gerusalemme, Roma, Santiago di Compostella e non ultimo la Via Sacra Langobardorum.
 
Sogno che presuppone un alto senso della propria storia che è collegata poi alla propria identità culturale, di cui oggi il Santuario di San Michele ne esprime l’essenza e la ragion d’essere, quale cittadino e uomo di cultura appartenente ad una città quale è quella di Monte Sant’Angelo, che nei secoli ha espresso sempre una propria storia, fatta di presenze di popoli e di tradizioni che hanno caratterizzato la sua etnia e la sua cultura.
Le stesse che ritroviamo attraverso quel fluire lento del tempo che si svolge lungo i sentieri e i percorsi di milioni di pellegrini che penitenti salgono la Montagna Sacra alla ricerca del senso ultimo della vita, fatta di quotidianità e di spiritualità. Identità culturale che è legata principalmente alla presenza multietnica dei popoli e delle genti provenienti da ogni parte del mondo, dall’Oriente come dall’Occidente, che hanno creato una Città che si configura attraverso i suoi monumenti, dal Santuario di San Michele alla Tomba di Rotari, dal Castello al Rione Junno, emblemi che sono espressioni delle diverse civiltà che hanno caratterizzato l’Europa, a cui oggi i popoli dell’Est e quelle del Mediterraneo orientale guardano con rispetto e ammirazione.
Nella Città di Monte Sant’Angelo vivono culture e civiltà provenienti dai Bizantini, dagli Arabi, dai Longobardi, dai Normanni, dagli Svevi, dagli Angioini, dagli Aragonesi, i quali, di generazione in generazione, hanno lasciato i loro germi culturali, da cui poi è nata la civiltà orientale e occidentale, quella delle cattedrali e dei castelli.
Il Santuario di San Michele rappresenta la sintesi di due mondi: l’Occidente latino e l’Oriente bizantino, in quanto le sue origini affondano nella civiltà orientale, mentre le sua storia si sviluppa a contatto con la civiltà occidentale, quella dei grandi itinerari della fede, sulle cui strade nascerà l’unità politico-religiosa dell’Europa.
Il riconoscimento da parte dell’UNESCO dei siti longobardi in Italia, secondo il progetto I Longobardi in Italia. I centri del potere (568-774 d. C.), rappresenta la coscienza storica dell’Europa medievale, da cui ha inizio la sua identità culturale e politica, quel lungo viaggio singolare ed originale della civiltà europea, che proprio nelle sue radici cristiane ha trovato in sé la forza per opporsi ad ogni particolarismo culturale, ad ogni frammentazione ideologica. Gli stessi che hanno prodotto, a volte, tante incomprensioni e lutti fra i popoli europei, in quanto questi, spesso, si sono affidati al loro particolarismo ideologico in nome della superiorità della razza e della cultura.
Quindi il riconoscimento dell’Italia Langobardorum, e del Santuario di San Michele sul Gargano, è anche il riconoscimento di un’identità storica e culturale dell’Europa, la stessa che ha dato esempi di alta civilizzazione fra popoli, di cui oggi si tenta di ricostruire attraverso un nuovo viaggio all’insegna di un’unità non più dei popoli ma delle civiltà.

Editoriale a cura del Prof. Giuseppe Piemontese

Società di Storia Patria per la Puglia
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