Menu Chiudi

Peschici/ Studenti di nuovo in corteo “vogliamo la nostra scuola”

Dopo le voci sulla mancata autorizzazione per la realizzazione del liceo.

 

"Gli studenti delle Superiori di Peschici scendono, ancora una volta, in piazza per rivendicare i propri diritti". Stan­chi dei continui rinvii e cavilli burocratici, i ragazzi vogliono essere i protagonisti di una nuova "primavera" che possa portare alla conclusione di un percorso accidentato che, finora, ha caratterizzato l’iter burocratico che, a tutt’oggi, blocca l’inizio dei lavori dell’edificio scolastico. Il 3 novembre, en­nesimo corteo, di tutta la componente sco­lastica, e non solo, per sollecitare – viene spiegato – le autorità preposte affinchè dia­no inizio al più presto i lavori di costruzione del nuovo plesso scolastico. Sul banco degli imputati, in particolare, l’ente parco na­zionale del Gargano che, a tutt’oggi, non avendo espresso il parere di competenza, blocca l’inizio dei lavori. La settimana scor­sa era stata fissata anche la cerimonia di posa della prima pietra, il tutto rinviato a tempo da destinarsi perchè, appunto, man­cava il nulla osta dell’ente parco. Da parte sua il commissario dell’ente, Stefano Pe­corella, non ha potuto far altro che prendere atto dello stato di disagio della componente scolastica, assicurando, nello stesso tempo, ragazzi, amministratori comunali e provin­ciali che gli ostacoli saranno superati; tant’è che lo stesso Pecorella ha chiesto per il prossimo 4 novembre la "riapertura della discussione per consentire l’espressione del parere", a cui prenderanno parte il sindaco di Peschici, Domenico Vecera, esponenti della Provincia, i tecnici dell’ente parco. Se le parole hanno peso, le rassicurazioni date da Pecorella dovrebbero consentire di sbloccare la situazione e consentire l’inizio dei lavori. Il commissario dell’ente parco ha, infatti, garantito che "Assieme metteremo fine ad una situazione incresciosa e, in un domani che ci auguriamo non lontano, anche agli studenti di Peschici sarà riconosciuto il di­ritto di vivere la loro esperienza in un edi­ficio scolastico che possa chiamarsi tale e non invece in bui scantinati e fatiscenti locali".

Francesco Mastropaolo