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Vieste – I TRABUCCHI CADONO A PEZZI MA CI SI ARROVELLA FRA ESPOSTI E QUERELE

 

Da mesi sui trabucchi di Vieste sembra essere scesa una cortina di silenzio. Per i nostri "giganti di legno", dopo gli anni della grande attenzione da parte di tanti, pronti a mettersi in prima fila per un diretta tv o per farsi intervistare da qualche giornalista straniero, siamo alla piena decadenza. Fino a qualche anno se ne parlava tanto, tutti si ergevano come paladini a loro difesa. Poi, passato il clamore e l’occasione di una passerella mediatica, li hanno dimenticati. Così ora li possiamo vedere in pieno centro urbano (di fronte al faro) o lungo la costa, abbandonati ad un misero destino fatto di degrado e di lenta consunzione.

A fronte di questa situazione di lenta agonia sembra invece non aver fine la continua querelle all’interno dell’associazione "I Trabucchi del Gargano", il sodalizio creato molti anni fa sotto l’egida del Comune di Vieste e dell’Ente Parco del Gargano, rappresentata pro-tempore dal vice presidente Vincenzo Spalatro dopo l’autosospensione della presidente Pina Cutolo, per raggruppare i titolari delle concessioni di questi antichi strumenti di pesca al fine di preservarli dall’allora imminente (ed oggi rinnovato) degrado.
Già nell’ottobre del 2010 la costituzione di una seconda associazione, denominata "Il Trabucco garganico", presieduta dall’architetto Pasquale Del Giudice, per la tutela di questo patrimonio della nostra città, era parso come un ulteriore segnale di mancata coesione, se non proprio disgregazione, nell’ambito di un gruppo che si era posto il futuro degli antichi trabucchi come obiettivo prioritario. Certo, gli aderenti alla nuova associazione spiegarono di aver avuto dei validi motivi per fare quella scelta. Resta però il fatto che, pur nel rispetto del diritto al libero associarsi, si era riproposto l’antica abitudine dell’associazionismo viestano di duplicarsi e creare un nuovo soggetto alle prime difficoltà e/o incomprensioni.
Ovviamente l’esistenza in loco di due associazioni con lo stesso obiettivo non ha mancato di creare tensioni senza però che questo contribuisse alla soluzione del vero problema di evitare il degrado dei trabucchi.
Così ora quelle tensioni sono sfociate anche in lettere e querele. Lo scorso 4 luglio un gruppo di soci della vecchia associazione, in parte presenti anche nella nuova, hanno inviato una «richiesta di accertamenti contabili» all’Agenzia delle Entrate di Foggia e per conoscenza alla Guardia di Finanza di Vieste, all’Ufficio Demanio della Regione Puglia e del Comune di Vieste, al sindaco Ersilia Nobile ed a Vincenzo Spalatro in merito all’attività del sodalizio "I Trabucchi del Gargano". Nella missiva gli scriventi, in tutto nove, chiedevano all’Agenzia delle Entrate di Foggia una "formale verifica" per «accertare la regolarità dei conti dell’associazione» in merito al fatto che «a tutt’oggi non è stato ancora approvato bilancio di esercizio dell’anno 2010 né è stata mai contabilizzata la gestione del 5 per mille», all’amministrare una liquidazione per sinistro nautico (per i danni subiti dal trabucco di Punta Santa Croce per il naufragio di una barca) «di assoluta spettanza del Demanio Regionale Pugliese», all’aver approvato i bilanci per il 2008 ed il 2009 senza «il rispetto dei criteri fissati dallo statuto», al mancato rinnovo delle cariche sociali in quanto «l’Associazione non è retta da alcun Consiglio Direttivo».
Negli scorsi giorni, Vincenzo Spalatro, in rappresentanza dell’Associazione "I Trabucchi del Gargano" ha deciso di «sporgere formale querela» alla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Foggia nei confronti di uno dei sottoscrittori della suddetta lettera che gli aveva inviato per conoscenza copia della stessa e di «qualsiasi altra persona che verrà ritenuta colpevole in concorso per il reato di cui all’art.485 c.p (falsità in scrittura privata) ed ogni altro che verrò ravvisato».
Nella testo delle querela, Spalatro spiega che «nella missiva l’autore adombrava varie irregolarità nella gestione della contabilità e della cassa dell’Associazione, in specie a carico del sottoscritto» e che «insospettito della situazione», aveva chiesto «riscontro ad alcuni firmatari della missiva».
Così a Spalatro «è risultato che alcune delle persone che risulterebbero firmatarie della lettera non hanno mai saputo od autorizzato nè il contenuto né, tantomeno, l’invio della missiva, risultando altresì, che le loro firme sono state falsificate». A sostegno di ciò Spalatro allega alla querela la dichiarazione di uno dei presunti sottoscrittori che «dichiara espressamente che la firma a suo nome apposta in calce alla missiva non è autentica».
Ora, al di là della vicenda su cui avranno modi di far luce gli organi competenti, resta insoluto il problema: cosa si fa per evitare il definitivo degrado e distruzione dei trabucchi di Vieste? Oggi l’unico funzionante sembra essere quello di Molinella ma per tutti gli altri la situazione si fa sempre più grave, anche dal punto di vista della sicurezza. 
A questo punto crediamo che i due Enti che per primi hanno sostenuto la battaglia per il recupero dei trabucchi, ovvero il Comune di Vieste ed il Parco Nazionale del Gargano, debbano scendere in campo per sbrogliare in qualche modo la matassa, nell’unico interesse delle comunità di Vieste e del Gargano. Al di là dei contrasti personali, oggi c’è un obiettivo primario ed irrinunciabile, di cui chi amministra quegli Enti ha la responsabilità per le future generazioni: la tutela di un patrimonio storico e culturale.
Basta liti, basta chiacchiere, ora è necessario adoperarsi per salvare i nostri trabucchi!