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Economia/ la Puglia regge nel 2011

Ma l’impresa vede "nero". Crescono export e occupazione (ma solo lavoro autonomo). Per i prossimi dodici mesi il 40% delle aziende è negativo.

 

Nei primi otto-nove mesi del 2011 la Puglia ha fatto registrare una debole ripresa dell’attività produttiva, in particolare nei settori agroalimentare e metalmeccanico ma per il futuro si adombrano molte incertezze soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione della domanda interna e il finanziamento dell’economia. E’ la fotografia congiunturale dell’economia della Puglia nella tradizionale indagine della sede locale della Banca d’Italia presentata ieri dal direttore Vincenzo Umbrella (che da dicembre lascerà Bari per dirigere la sede di Firenze) e da Valerio Vacca e Maurizio Lozzi del servizio studi della banca.

La migliore situazione della Puglia, almeno rispetto ad altri territori del Mezzogiorno, è stata trainata dalla forte crescita delle vendite sui mercati esteri (+22% a fronte del +17,3% meridionale e del +15,8% nazionale) , specie nei settori siderurgico, dei mezzi di trasporto e farmaceutico mentre risulta meno positivo, rispetto all’anno scorso, il settore moda (abbigliamento e calzaturiero). L’edilizia ha continuato ad accusare difficoltà sia nel residenziale (-5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) sia nelle opere pubbliche (-20,6% in valore dei bandi allo stesso periodo del 2010). L’incremento produttivo ha determinato una ricaduta occupazionale proseguendo il recupero iniziato nella seconda parte del 2010, con un +1,9% nel primo semestre 2011, beneficiando soprattutto dell’aumento degli occupati indipendenti (+6,8% nel primo semestre; il numero dei lavoratori dipendenti è rimasto sostanzialmente invariato) mentre l’aumento occupazionale non è andato aldilà di un modesto +0,4% sia nel Mezzogiorno che nel resto del Paese.

E’ peraltro da sottolineare che l’aumento dell’occupazione pugliese è in larga parte ascrivibile alle donne (+3,3% a fronte del l’1,2% degli uomini) L’incremento degli occupati e’ stato di 23mila unità recuperando almeno in parte quanto si è perduto in questi anni, si e’ comunque ancora in passivo di 63mila posti di lavoro rispetto al primo semestre del 2008 ovvero prima della crisi. I valori positivi hanno anche indotto una riduzione delle richieste di autorizzazione di cassa integrazione (-38% rispetto allo stesso periodo del 2010). Sul versante finanziario il credito alle imprese ha continuato a espandersi a un ritmo superiore a quello medio delle altre regioni ( +5,8% nei dodici mesi conclusi a giugno scorso), pur registrando un rallentamento, principalmente per effetto di una maggiore selettività nelle decisioni di affidamento da parte delle banche. Inoltre è proseguito il deterioramento della qualità del credito delle imprese, con consistenti flussi di nuove sofferenze (2,8% per le imprese e 1,1% per le famiglie) e incagli.

E’ da sottolineare che il sondaggio della Banca d’Italia presso le imprese conferma l’irrigidimento dell’offerta a fronte di un fabbisogno finanziario delle aziende in aumento a cui negli anni scorsi, in particolare nel 2008-2009, le banche locali hanno sopperito il più possibile. L’indagine della Banca d’Italia evidenzia anche un aumento dei margini dei tassi di interesse e una maggiore onerosità delle condizioni accessorie con un inasprimento delle condizioni dell’accesso al credito soprattutto nel comparto delle costruzioni.