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Processo Medioevo/ il sindaco Nobile: “è la giornata del risveglio delle coscienze della città “

A giudizio le otto persone coinvolte nel blitz. Il Comune di Vieste e le associazioni sono parte civile.

 

 Ha preso il via questa mattina, davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Foggia, il processo alle otto persone coinvolte nel blitz Medioevo e accusate, a vario titolo, di detenzione e produzione di sostanze stupefacenti, ricettazione ed estorsione: reati aggravati dalle modalità mafiose. Il blitz fu messo a segno il 14 aprile del 2011 quando i carabinieri, coordinati dalla procura antimafia di Bari arrestarono sette persone accusate di costringere gli imprenditori turistici a pagare il “pizzo” alla fine della stagione estiva o ad assumere guardiani. Tra gli arrestati anche il presunto capo clan, Angelo Noratangelo. L’ottavo imputato fu indagato a piede libero. Secondo il procuratore antimafia Antonio Laudati gli imprenditori e i commercianti di Vieste, dal 2008 avrebbero subito numerose richieste estorsive che andavano dai 5.000 ai 20.000 euro. L’ultimo episodio si è verificato nel febbraio scorso quando è stato incendiato il ristorante Scialì, una delle strutture turistiche che si trova sul lungomare di Vieste. E questa mattina si sono costituiti parte civile nel processo il Comune di Vieste, l’associazione antiracket di Vieste, la Federazione italiana delle associazioni antiracket ed antiusura e il ministero dell’Interno. Costituiti parte civile anche cinque persone, tra imprenditori e cittadini di Vieste.
 «Da questo processo, come da tutti, ci attendiamo giustizia»: così il presidente onorario della Federazione italiana delle associazioni antiracket e antiusura Tano Grasso, presente in aula. «Qui – ha detto ancora Grasso – è presente la città di Vieste, i cittadini di Vieste che sono parte offesa e che chiedono giustizia a questo tribunale. Da qui, inoltre, può partire un messaggio a tutti gli imprenditori della provincia di Foggia e di tutta la regione Puglia. Il modello Vieste, dove gli imprenditori si sono riuniti nell’associazione antiracket può essere uno stimolo per una collaborazione con le forze dell’ordine anche in altre realtà». «Oggi – ha sottolineato invece il sindaco di Vieste Ersilia Nobile, anche lei in aula – è la giornata del risveglio delle coscienze della città di Vieste ma, soprattutto, dei giovani che sono il nostro futuro». Il processo, dopo le questioni preliminari e le costituzioni di parte civile, è stato aggiornato al 16 febbraio.