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Peschici vista da un Pittore dei giorni nostri : Day Trinh Dinh

Si è svolto nella sala consiliare del Comune di Peschici un incontro con il pittore francese di origine vietnamita Trinh Dinh Day, che ha illustrato su grandi linee le caratteristiche del suo lavoro di artista.

 

 "Sono nato durante la guerra – ha detto il Maestro in quell’occasione – da padre vietnamita e madre francese. Fin da quando ero piccolo, mio padre mi diceva "Tu farai il pittore", ma in famiglia eravamo tanti e durante la guerra la vita era durissima. Ma mio padre aveva ragione: io ho fatto il pittore come lui".
Trinh ha proseguito con i ricordi della sua vita a Parigi, nel quartiere Montparnasse.
"Vivevamo – ha detto – in uno studio d’artista, freddissimo. Dopo la Seconda guerra mondiale, vi erano a Parigi pittori che facevano la fame, ma poi le cose cambiarono. Da giovane ho studiato all’Accademia e ho frequentato i pittori americani. Cominciai allora a capire che la pittura non era una raffigurazione della realtà, ma una rappresentazione delle emozioni interiori; il pittore deve diffondere delle emozioni, ma ci vogliono pur sempre delle regole nel dipingere. Perchè dipingo? Questo non lo so, ma amo l’infinito e l’indefinito, il bianco che non è un colore ma è la luce. Amo dipingere il ricordo della realtà. Non dipingo mai con la ragione, ma mi lascio andare. Cerco di aprire nella pittura e con essa il mondo dell’inconscio".
Per Trinh Dinh Day, la pittura è pertanto un impulso spirituale, con cui l’artista tende a esplicitare il proprio mondo interiore. "L’indefinito – ha aggiunto Trinh – è nell’arte pittorica molto più potente del definito, perchè apre le porte al sogno. Perchè l’Uomo ha bisogno di dipingere? Il primo pittore è stato un uomo delle caverne, un individuo primitivo, un nostro comune antenato che dipingendo la sua mano sulla parete di una grotta, ha posto su una superficie il seme del proprio Io. Forse gli uomini primitivi che dipingevano volevano rappresentare la realtà oppure parlare con Dio".
"Esiste – ha continuato Trinh – il bello nell’arte? Il bello degli Egizi non era il bello dei Greci nè quello dei Romani. Una costante dell’arte è rappresentata dalla cosiddetta sezione aurea. E’ questo uno strumento che garantisce regolarità, è un equilibrio naturale che si ripete costantemente e che fu originariamente scoperto dal filosofo e scienziato Pitagora; la sezione aurea è matematicamente e geometricamente dimostrabile, è parte dell’arte ma non è l’arte. E’ solo un mezzo per dipingere. Inoltre, la regolarità nella pittura non è sempre piacevole. Lo spazio aureo è stato utilizzato da Leonardo Da Vinci, Piero Della Francesca e Botticelli nella loro arte".
Ma per Trinh, la pratica nell’arte val più della pittura ed è per questo motivo che ha proposto un corso di pittura di due mesi a tutti coloro i quali intendono perfezionare la propria espressione artistica.
Alcuni dei quadri di Trinh Dinh Day erano presenti nella sala dell’amministrazione comunale peschiciana, in occasione della conferenza; sono dipinti ispirati ai paesaggi di Peschici, che si aprono verso l’infinito come a voler esplicitare un’istintiva tensione dell’artista verso l’Assoluto.

Gianluigi Cofano