Il racconto dell’esperienza fatta da undici viestani in Rwanda verrà reso noto domenica 25 marzo alle 20:15 presso la parrocchia Santissimo Sacramento
Una comitiva partita da Vieste il 21 gennaio scorso ha trascorso 23 giorni in un villaggio del Rwanda nella parte centro-meridionale dell’Africa, per dare il proprio apporto alla popolazione vittima di povertà, malattie altrove banali e con ancora addosso i segni tangibili del genocidio del 1994.
La spedizione umanitaria è stata organizzata e condotta da don Giuseppe Clemente, parroco della Parrocchia della Santa Croce) e da suor Damiana Paglialonga (che lavora presso la casa di riposo di Vieste) e ha visto la partecipazione di Libero Guerra, Pietro Bodinizzo, Michele Nobiletti, Tonia Abatantuono, Feliciana Colella, Enza Quitadamo, Michela Prencipe, Michela Basta e Miriam Granatiero. Meta del loro viaggio è stata Kigali, in Rwanda, dove le suore discepole di Gesù Eucaristico conducono tre missioni basate sull’istruzione e la cura dei bambini.
“Com’è possibile che nel 2012 ci sia ancora gente costretta a sperare nella pioggia per avere l’acqua?” è stata la prima riflessione fatta da Libero Guerra appena lo abbiamo contattato. “Lì manca tutto: acqua, cibo, luce, fogna, le baracche sono realizzate in fango e sterco, ma non manca l’umanità: i bambini, soprattutto, ci venivano incontro non per chiedere soldi ma per avere un abbraccio, un sorriso. Per renderli felici bastava cantare una canzoncina, battere con loro le mani e in cambio ricevevamo un sorriso dal valore inestimabile.”.
“Alla partenza non avevamo un compito ben preciso da assolvere – ci confida Guerra – ma non riuscivamo a dimenticare le frasi ‘aspettatevi di tutto’ e ‘armatevi di spirito di adattamento perché non andrete in un villaggio vacanze’ detteci quando abbiamo espresso il desiderio di fare il viaggio, e così è stato. Abbiamo dormito in alloggi di fortuna e penato per la mancanza di acqua e cibo, ma abbiamo dato il massimo per essere utili a chi ha la sfortuna di nascere in quel posto: abbiamo trasportato legna, raccolto fagioli, erba per gli animali e cucinato per l’intero villaggio”.
Oltre a dare il proprio apporto manuale, il viaggio in Rwanda è servito per consegnare quasi 4000 euro raccolti tra i parrocchiani, insieme a cibo ed altri beni di sostentamento.
E a crescere. “Siamo partiti da Vieste convinti di dover dare qualcosa a quelle popolazioni ma siamo rientrati portando con noi con la consapevolezza che quanto vissuto ci ha accresciuti moralmente e culturalmente”. Ma il viaggio chi lo ha pagato? “Noi, ognuno il suo!” è stata la risposta pronta ed orgogliosa che abbiamo ricevuto.
L’esperienza vissuta dalla delegazione viestana dal 21 gennaio al 12 febbraio verrà presentata al pubblico domenica 25 marzo a partire dalle 20:15 presso la parrocchia del Santissimo Sacramento; oltre alle testimonianze dei partecipanti ci sarà la proiezione di un video che riassume la splendida esperienza.
Sandro Siena