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Manfredonia – I nostri tesori d’arte restaurati

 

Dal 23 marzo al 9 luglio 2013 sono ospitate a Napoli le opere restaurate grazie al programma “Restituzioni”. Manfredonia è rappresentata da una collezione di ceramiche e da una stele daunia

E’ iniziata da quasi due settimane l’esposizione ospitata in due prestigiose sedi a Napoli, il Museo di Capodimonte e le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, con cui si presentano al pubblico 45 nuclei di opere d’arte, per un totale di oltre 250 singoli manufatti, appartenenti al patrimonio del Paese e restaurati nello scorso biennio da Intesa Sanpaolo nell’ambito di “Restituzioni”, il programma che la banca dedica alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano.

Ad oggi sono quasi un migliaio le opere d’arte, di pubblica fruizione, che sono state restaurate e restituite alla collettività.
Le opere esposte a Napoli coprono un arco cronologico che va dall’VIII secolo a.C. al primo Ottocento e provengono da siti archeologici, musei e chiese di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria, dai poli museali delle città di Venezia, Firenze e Napoli stessa, e dai Musei Vaticani.
Importante la presenza di opere restaurate di ambito meridionale: a Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale partenopea di Intesa Sanpaolo, saranno messi a confronto importanti reperti archeologici provenienti dall’antica Daunia, oggi, per varie vicissitudini, sotto la tutela delle Soprintendenze della Puglia e del Veneto, insieme agli importanti reperti del museo archeologico di Napoli.
La nostra città è presente con una collezione di ceramiche, datate tra il VII ed il III secolo a.C., provenienti da scavi clandestini effettuati in antiche necropoli ipogee tra Foggia e Manfredonia. Questa è stata assegnata recentemente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, a seguito di sequestro, ed è composta da novantadue reperti ceramici di notevole interesse tanto per la qualità quanto per la varietà. Queste ceramiche elaborate presentavano un pessimo stato di conservazione, anche per qualche maldestro restauro, mentre l’intervento effettuato ha contribuito a rimuovere anche quanto (mal)fatto nel recente passato, valorizzando al meglio le ceramiche.
Non manca una stele daunia maschile con armi risalente alla metà del VII-VI secolo a.C. e rappresentante un personaggio aristocratico che potrebbe corrispondere al defunto stesso con la veste funebre. Il monumento presenta una decorazione principale ottenuta da profonde incisioni e una decorazione secondaria con sottili graffiti per i contorni delle figure, messa perfettamente in luce dall’accurato intervento realizzato. La stele doveva essere completata da una testa di cui rimane oggi il foro per l’attacco.
Terminata l’esposizione, tutte le opere torneranno ai loro luoghi di origine, in una vera e completa “restituzione” al patrimonio del Paese. La stele e le ceramiche, che fanno idealmente il paio con quelle della “Collezione Mario Rizzon” acquistate dal Comune di Manfredonia a fine estate scorsa, saranno consegnate alla Soprintendenza dei Beni Archeologici pugliese ed “E’ stata già avviata la procedura di richiesta per far sì che tornino nel nostro territorio consentendone la piena fruizione a noi sipontini ed a chiunque visiti Manfredonia”, anticipa il Sindaco, Angelo Riccardi.