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Olio d’oliva, arriva il registro online

Obbligo di tenere un registro on-line per chi produce più di 200 chili d’olio.

 

 È la nuova norma in vigore dal primo gennaio di quest’anno: il Dipartimento delle politiche europee e internazionali dello sviluppo rurale ha infatti emanato una circolare in cui spiega le modalità di attuazione del regolamento europeo riguardante le caratteristiche degli oli d’oliva e di sansa. Le nuove norme includono l’obbligo di tenere registri telematici di entrata e di uscita per ogni categoria di olio.

La disposizione si rivolge non solo ai frantoiani (che, in realtà, erano già sottoposti a questo tipo di obbligo), ma anche a tutte le altre persone fisiche e giuridiche che producono olio a fini commerciali. Anche il contadino titolare di una piccola azienda agricola, dunque, dovrà registrarsi ed inserire i dati relativi all’olio commercializzato. È il Ministero delle politiche agricole e forestali, infatti, a specificare che «l’obbligo della tenuta del registro di carico e scarico riguarderà anche gli olivicoltori che detengono olio sfuso a fini commerciali, anche se proveniente dalle proprie olive». E la norma vale anche per gli imbottigliatori.

Sono esclusi dall’obbligo, invece, i detentori di oli non destinati all’alimentazione, di quelli destinati all’autoconsumo e di quelli preconfezionati ed etichettati. Attualmente è in vigore un registro provvisorio nel portale del Sian (Sistema informativo agricolo nazionale). Le registrazioni dovranno essere inserite mensilmente entro il 10 del mese successivo a quello di produzione dell’olio. Il registro sarà attivo dal 14 febbraio e ci sarà tempo fino al 31 gennaio per richiedere i dati di accesso al portale.

Le nuove normative hanno scatenato non poche perplessità, soprattutto per i tempi ristretti con i quali dovranno fare i conti i produttori. A prendere la parola è Daniela Specolizzi, imprenditrice agricola e titolare di un frantoio oltre che assessore all’agricoltura del Comune di Ugento. Specolizzi parla del Sian come un sistema che, per quanto riguarda la sezione relativa ai frantoiani, «mostra diverse criticità con cui si scontrano giornalmente gli operatori del settore».
«Dal 1° gennaio 2014 – continua Specolizzi – tutto è cambiato, nel più assoluto silenzio delle associazioni di categoria, ma ad avere la peggio questa volta non saranno più i pochi e silenti frantoiani, ma l’immenso popolo dei produttori di olio d’oliva. Infatti tutti coloro che producono e commercializzano per conto proprio un quantitativo superiore a 200 chili d’olio saranno tenuti all’invio dei dati in formato elettronico al Sian entro il mese successivo. Superati i 500 chili, l’invio dovrà essere entro 6 giorni».

Ciò che Specolizzi critica è il silenzio delle associazioni di categoria, che, «esclusa l’Aifo» (Associazione italiana frantoi oleari), non si sarebbero impegnate per informare i produttori delle nuove norme. «Com’è ipotizzabile – si chiede – che i produttori possano adempiere a queste prescrizioni se non adeguatamente formati? Qualcuno li avviserà che dai prossimi mesi potrebbe bussare alla loro porta l’uf ficio repressione frodi per controllare giacenze e adempimenti di legge?».