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Ospedale Manfredonia, cardiologia non chiude, raddoppia

A fare chiarezza  sull’ospedale di Manfredonia è intervenuto il direttore aziendale dell’ASL Foggia, Gino Pacilli, che ha incontrato il direttore sanitario del "San Camillo de Lellis, Giuseppe Totaro e i medici del reparto di cardiologia. Pacilli ha rassicurato il personale medico e paramedico dell’ospedale e soprattutto ha lanciato un appello alla popolazione di Manfredonia che in questi giorni è stata destabilizzata da notizie spesso contraddittoria sul futuro di cardiologia.  Il direttore sanitario aziendale ha ribadito che il reparto di cardiologia non chiuderà e che la vecchia UTIC continuerà ad esistere sotto il nome di "Area Critica". I posti letto restano 16 di cui 4 riservati all’area critica dotati di monitoraggio h 24. Ma la novità più importante – ha annunciato Gino Pacilli – è che con una semplice richiesta al direttore generale dell’ASL Fg, i posti della cosiddetta "Area Critica" potrebbero diventare 8, esattamente come prima del nuovo regolamento regionale.  A  gennaio 2013 l’ARES (Agenzia Regionale Sanitaria) delibera la riorganizzazione di tutti i reparti di cardiologia degli ospedali pugliesi. Nascono i reparti di cardiologia con riabilitazione; i reparti di cardiologia con posti di area critica (ospedale di Manfredonia); reparti di cardiologia con UTIC  e annessa emodinamica (Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo – h 24 – Ospedali Riuniti di Foggia – h 12); reparti di cardiologia con UTIC e annessa emodinamica e cardiochirurgia (in Puglia solo presso il Policlinico di Bari). Con il nuovo Piano di riordino, anche gli ospedali di Cerignola e San Severo dovrebbero dotarsi dell’UTIC con l’emodinamica, ma per il momento i rispettivi reparti di cardiologia conservano la stessa denominazione di Manfredonia: “Area Critica Cardiologica”. Quindi Manfredonia, Cerignola e San Severo pari sono. Nessuna discriminazione. L’area critica cardiologica prevede il ricovero per patologie ben determinate (non infarti acuti, ma infarti rivascolarizzati). In poche parole non cambia niente, se non la denominazione: non più UTIC, bensì Area Critica Cardiologica. I cittadini di Manfredonia non si devono preoccupare, in quanto le patologie che venivano curate nell’UTIC , oggi si curano nell’area critica. Anche perché l’UTIC senza l’emodinamica non può esistere. Quanto al sempre più paventato declassamento del presidio ospedaliero di  Manfredonia, c’è da dire che solo nel reparto di ostetricia è stata sospesa l’attività di ricovero. Nel frattempo sono iniziati i lavori per l’attivazione di Lungodegenza (12 posti) e Riabilitazione neuromotoria (14 posti), due reparti fondamentali per il mantenimento della struttura.