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L’assessore Gentile «Servizi sociali e sanità la mia Puglia un modello»

 «Lascio una Regione che si presenta con i conti in ordine e una traccia per costruire le migliori condizioni, perché questo lavoro possa essere ripreso. Saluto e ringrazio Nichi Vendola e gli dico che la mia attenzione, il mio sostegno politico da oggi e fino alla prossima primavera è un’assoluta certezza. Da Bruxelles continuerò a lavorare per la Puglia in modo che possa fare più e meglio». Sono le parole con cui si è congedata, circondata dai dirigenti dell’area, Elena Gentile, diventata parlamentare europeo del Pd. Il suo posto di assessore alla Salute e Welfare, com’è noto, lo assumerà dal 1° luglio il consigliere regionale del Pd Donato Pentassuglia.

Gentile ha elencato nella conferenza stampa di congedo alcuni dati e progetti. Sul fronte del Welfare, ha ricordato i Piani Sociali di Zona, l’org anizzazione degli ambiti territoriali per la rete dei servizi a sostegno del disagio sociale, l’attivazione dei 18 Centri Antiviolenza e delle 9 Case Rifugio per le donne maltrattate. Infine, l’Accordo di Programma «Benessere e Salute», approvato nei giorni scorsi dalla giunta e che finanzia, con 27 milioni di euro, progetti per interventi socio-sanitari e socio-educativi per l’infanzia. Ma l’accordo di Programma ha avviato anche l’iter e i finanziamenti per realizzare la progettazione definitiva tecnico-gestionale dei nuovi ospedali di Taranto e Monopoli-Fasano.

Per quanto riguarda la Sanità, quindi, ha ricordato che sono state autorizzate 1146 assunzioni (nel corso del 2014 inoltre saranno assunte altre 800 unità e 1000 nel 2015), che è cresciuta la mobilità attiva – passata da 108 milioni nel 2012 a 118 milioni nel 2013 – e quella passiva si è ridotta del 19% in termini di numero di ricoveri.
«Oggi abbiamo le PUA, le porte uniche di accesso che sono un modello organizzativo replicato in altre regioni e nonostante l’impegno a Roma il piano della salute per il prossimo triennio è fatto da poche, generiche slides. Dobbiamo restituire a questa regione – ha detto Gentile – una struttura ospedaliera moderna e avanzata. Abbiamo lavorato anche per risanare le tante ferite che i territori hanno subito rispetto alla scelta improcrastinabile di chiudere gli ospedali più piccoli», ha aggiunto. «In questi 300 giorni ci siamo dedicati ai temi della presa in carico della salute legata all’ambiente, come a Taranto, abbiamo approvato i registri dei tumori di Lecce, Taranto e Bat. Abbiamo rivisto i regolamenti sulla riabilitazione, incominciato a mettere ordine nella Neuropsichiatria infantile, dove c’è un’elevata domanda di salute. Con delicatezza abbiamo deciso di rivedere il piano di riordino ospedaliero: abbiamo inaugurato non senza fatica il nuovo ospedale della Murgia “Perinei” a Altamura e ora va consegnata una certezza a quel territorio, dotandolo della cardiologia con emodinamica. Ma rivedremo numerose questioni in altri ospedali, come a Manfredonia che non sarà ridotto. Faremo – ha aggiunto – interessanti sperimentazioni in pediatria, con approcci multidisciplinari e l’introduzione della medicina dell’adolescenza. A Canosa si potrebbero rivedere alcune questioni. E il punto sarà fatto sulla riabilitazione respiratoria e sull’oncoematologia pediatrica a Taranto, dove manca». I bilanci delle Asl sono in attivo, i giorni di pagamento delle fatture sono scesi a 204, sotto la media nazionale.

«La Puglia che lasciamo rispetto a 9 anni fa vede gli assegni di cura per i malati gravissimi stabilmente erogati a migliaia di famiglie. E ancora, 600 interventi socio-sanitari strutturali eseguiti con fondi Ue nei comuni e sul territorio. C’è poi il tema della riorganizzazione del 118 e del servizio di emergenza -urgenza, dove la cronaca – ammette Gentile – ci restituisce aspetti legati a certa illegalità. Chiederemo infine che la procreazione assistita, molto richiesta dalle coppie, rientri nei Lea: noi siamo pronti ad erogare il servizio».
Dopo nove anni di assessorato al Welfare e trecento giorni di assessorato alle Politiche della Salute, Gentile non nasconde la sua preoccupazione a livello nazionale. «Lascio questo incarico con grande preoccupazione per il futuro sanitario del Paese – detto. La necessità di rivedere la spesa e i costi sanitari non ci lascia ben sperare. Ci dicono che i risparmi della riorganizzazione dovrebbero essere ricapitalizzati da ciascuna regione, ma ho dei dubbi. Vi è una nuova questione meridionale nella sanità. Vi è un atteggiamento prepotente delle regioni del Centro-Nord – ha continuato – che fanno sistema a scapito di quelle del Mezzogiorno».

 

 

 

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