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Rodi/ “LETTERA ALL’AMICO ASINO NON RISANATO”

Sindaco Pinto, ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano da me, più forte ti scriverò!

 

Ho letto, caro amico mio, sul sito istituzionale comunale, che vedo tu tratti bene con consueta disinvoltura come se fosse il tuo profilo facebook, tutto quello che ti sei dovuto inventare contro di me per salvaguardare la tua illibatezza politica che io avrei profanato.
Credimi, hai visto bene, non avevo proprio intenzione di nobilitarti, ma solo voglia di pensare pubblicamente, ad alta voce, perché tutti potessero valutare, giustamente, anche i tuoi difetti dopo i tanti elogi tessuti da “gli amici del fai da te”, per la verità sempre meno numerosi, per buoni personali motivi.
Ma per pensare liberamente, e di questo mi scuso con te e con i fedelissimi tuoi supporters, io non ho mai avuto bisogno di espedienti mediatici per nascondermi; del resto, nascondersi non avrebbe avuto senso perché ben sai che non temo dire la verità con piena assunzione di responsabilità, sottoscrivendomi come ogni cittadino per bene.
Non mi sono avvalso di altri per dirti quello che pensavo e neppure mi sono servito di scudi protettivi; neanche quando in alcuni importanti momenti della mia vita lo scontro con i mestieranti della politica come te si è fatto duro e ho dovuto superare l’ostacolo posto sul mio percorso anche professionale con la sola arma della morale, quella forza interiore che tu non conosci e che ti rende forte di fronte agli uomini perversi, ti fa rinascere e ti porta a non temere chi ti sputa ingiustamente fango addosso (e neppure a porgere l’altra guancia).
Questo credo che tu lo sappia bene, molto bene, per cui ti prego in ogni tua esternazione di bella o brutta copia che sia, tanto c’è pure chi lessicalmente ti assiste nel tuo sembrar d’essere, non mistificare i fatti, non mischiare le carte e soprattutto sciacquati bene la bocca prima di parlare di me o di insinuare malignamente accuse sul mio operato.
Detto questo, sarei proprio tentato dal dare un voto all’amministrazione da te manovrata e composta da uno sfoltito gruppo (sei in tutto) di figuranti di questa scialba commedia in scena sotto gli occhi di tutti da oltre due anni, cosa orrendamente inutile di cui non si aveva bisogno affatto; ma preferisco desistere, che è cosa diversa dal tacere, perché al di là di un doppio zero non trovo un numero più adeguato al vostro demerito e piuttosto che zittire, o mugugnare come fanno tanti in attesa di personali aspettative irrealizzabili, mi limito solo ad apostrofarvi con una squillante ed energica pernacchia che vale per tutti voi quanto il più eloquente degli applausi a scena aperta.
Mi congratulo con te, amico mio, a motivo di questa tua ultima, meravigliosa ragliata, un’autentica bravata a firma collettiva che mi sembra essere non tanto il risultato di una decisione consapevole e condivisa responsabilmente da tutti gli altri, quanto invece il frutto di un immaginario fantastico in cui tutti gli altri si compiacciono di recitare la stessa parte, quella dell’utile idiota che crede di esserci e non si accorge di essere tenuto in nessuna considerazione e che è solo cinicamente e spietatamente sfruttato dal capo per reggere le fila della menzogna.
Personaggio virtuoso amico tu sei, ma a tuo modo; prediligi essere e dichiararti al di sopra di ogni accusa e sospetto, ma ti porti dietro (da ex) quel dubbio atroce (ma dubbio non è), un fardello che è imprigionato nell’intimo scrigno della tua ricca memoria e che appesantisce il tuo cammino non più spedito; amministratore generoso tu sei, sempre pronto a portare la croce (la soma) e disponibile per gli altri, ma ti devono beccare solitario in sede senza alcuna distrazione da frequentazioni, per amor di Dio, solo occasionali ed estemporanee; indefesso lavoratore della mente tu sei, e di questo tanti hanno già avuto modo di pentirsi a proprie spese; abile interprete dell’universale sapere tu sei, pur necessitando di qualche bella ripassatina, ma, ad onor del vero, solo per non perdere le sane, vecchie, lunghe abitudini scolastiche (o mi sbaglio?); freddo, razionale ed illuminato ideatore del tuo passato, del tuo presente e del tuo futuro; audace sostenitore delle ragioni della tua presenza politica che non ha eguali nella storia cittadina, e guai a chi si propone per abbattere il tuo primato; sei funambolico perchè ti destreggi abilmente, e a volte anche in modo spericolato, tra le carte, ne distorci il significato vero fino a contorcere allo spasimo il tuo pensiero e le budella del tuo avversario che ti ascolta sproloquiare; mantieni magicamente la regia del gioco per essere tu un giocatore disinvolto, disinibito, pronto a sgusciar via tra gli eventi (e non solo politici); sei tutto questo, insomma, sei proprio da ammirare e da additare a esempio per le Giovani Marmotte, ma, non me ne volere, io non ti invidio affatto, anzi ti considero inadeguato ed indegno della mia stima perché menti e sai di farlo con naturale, volgare spudoratezza.
La questione della lottizzazione Olivieri; la vertenza Dattoli per il sito occupato e non espropriato del depuratore; l’incompetenza e il rallentamento di pratiche da segretario comunale (la mia, solo una breve parentesi direi rispetto ad altre più vetuste e consumate presenze) e da vice sindaco (a giudizio di altri, poche promesse di squadra e tante opere realizzate); l’istigazione alla speculazione e agli abusi edilizi mai perseguiti; i debiti fuori bilancio non riconosciuti; l’eccesso di indebitamento; la deresponsabilizzazione del personale comunale mai sanzionato per inadempienze ed omissioni; il potenziamento del depuratore di Rodi e di Lido del Sole a vantaggio di altre popolazioni; il contenzioso legale esagerato (ma, vivaddio, le cause sono state anche vinte e chi le ha perse deve ancora risarcire il comune!); la perenzione dei crediti di imposta per il fallimento GEMA; hai persino rispolverato per l’occasione il vecchio concorso a Peschici di responsabile dell’ufficio tecnico comunale (giusto riferimento storico, era proprio il 1999; era allora segretario della commissione esaminatrice persona volto vicina a te e lontana da me; persona, ancora meglio, molto più vicina al filologo della banda degli asini, che ben sa come sono andate veramente le cose e come abbia prevalso in quella occasione, come sempre del resto, il merito piuttosto che la ragion di stato!), sono queste tutte pietre taglienti che ti sei compiaciuto lanciarmi addosso senza fondamento alcuno, accuse insensate che solo una mente esaltata, come la tua, una mente davvero malata per overdose di insipienza e di perversione, poteva attribuirmi.
Ma a questo punto, amico mio caro, se proprio non vuoi curarti con una sana terapia di gruppo, se di tutte queste cose di cui mi accusi hai un solo straccio di prova contro di me, come persona, come funzionario, come amministratore, come cacchio vuoi considerarmi, non aspettare domani, vai a denunciarmi subito, per davvero e non sul tazebao davanti al comune che poi sparisce, perchè adesso ho proprio voglia di schiarirti le idee davanti ad un giudice terzo; se non lo farai e continuerai a rifugiarti nelle brache del banditore menzognero che vende fumo non mi deluderai, ma sarò costretto a pensare che non lo hai fatto a bella posta per pararmi il culo e per poi rinfacciarmelo alla prima occasione; e questo, credimi una volta per tutte, non te lo perdonerei perché mi daresti la prova piena di quello che io penso di te, di quello che effettivamente sei e che qui non oso pronunciare per timore di un pubblico non adulto e non accompagnato.
Non me ne volere, ti saluto cordialmente, ma non ti abbraccio perché mi ripugna farlo.

Donato Petrosino, cittadino di Rodi Garganico (per te Tino).