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Turismo/ Spiagge, l’allarme di Gatta (FI)

“Così è a rischio l’intero settore”. Il consigliere regionale lancia un monito sulla modifica delle direttive per i titolari degli stabilimenti.

 

 Cade l’obbligo di smontaggio delle strutture bal­neari a fine stagione. Dopo il parere positivo che il sotto­segretario ai Beni culturali, Francesca Barracciu, ha inviato al prefetto di Lecce, la Regione potrebbe modificare le direttive per i titolari di concessioni demaniali cui oggi è richiesto, al momento della chiusura invernale, di rimuo­vere. passerelle, gazebi e quant’altro non e stabilmente ancorato al suolo. Un problema su cui gli ope­ratori del settore si battono da tempo. I costi di smontaggio e rimontaggio, dicono infatti, in­cidono in maniera significa­tiva anno, dopo anno, senza contare il paradosso operativo: si chiede la destagionalizza­zione del turismo e allo stesso tempo si impone lo smantel­lamento degli stabilimenti. Della questione si sono fatti portavoce i parlamentari sa­lentini Salvatore Capone e Fe­derico Massa (Pd), che hanno posto il quesito al ministero dei Beni culturali. Il sotto­segretario Barracciu ha dun­que scritto al prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, per chiederle di individuare una linea operativa: bisogna infatti sta­bilire le regole per la con­servazione delle strutture. Ma è chiaro che gli operatori chie­deranno alla Regione di tenere conto del parere del ministero anche nella ordinanza balnea­re di cui si comincerà a di­scutere venerdì con l’assessore al Demanio, Leo Di Gioia. E proprio su Di Gioia si concentrano le critiche del ­consigliere regionale Giandiego Gatta (Fi), a proposito nell’attuazione del Pia­no regionale delle coste: anche quest’anno, con ogni probabilità le Capitanerie saranno costrette ad emettere una raffica di divieti per il rischio crolli, mettendo a rischio il turismo pugliese. “Le affermazioni dell’assessore – dice Gatta, vicepresidente della commissione ambiente, riferendosi a quanto Di Gioia ha detto – denotano il suo stato confusionale, perché dimostra non comprendere appieno i pericoli che corrono le nostre coste: senza nuove norme ed opere di con­solidamento, entrambe urgen­tissime, le nuove ordinanze delle Capitanerie diventano doverose. L’assessore deve aver dimenticato che la legge regionale del 2006, peraltro im­poneva il commissariamento di quei Comuni che non avessero provveduto a redigere i piani comunali entro 12 mesi dal piano regionale». Gatta rilan­cia poi la polemica sulle com­petenze: «Aver lasciato a Di Gioia la delega al Demanio, anzichè trasferirla al Turismo, ha finito per rendere marginali i problemi del turismo balneare. Di qui le scelte opa­che di assessore e burocrazia, entrambi espressione di quella maggioranza di cui Di Gioia ha condiviso scelte e potere, e che ha stravolto la filosofia della legge regionale con pa­reri e circolari lontane dal rispetto della volontà del le­gislatore, come dimostrano le numerose decisioni del Tar Lecce sfavorevoli alla Regio­ne». Gatta chiede dunque l’in­tervento di Vendola: «Vendola deve sapere che è in gioco non solo la nuova stagione turi­stica, ma tutta la storia del turismo pugliese, compresi i tanti sacrifici di piccoli e grandi imprenditori ed il posto di lavoro di qualche decina di migliaia di lavoratori che totalmente o parzialmente trag­gono sostentamento dal mare».