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Puglia/ Sanità, 750 posti ricovero in più. Il Gargano c’è !

La delibera di giunta prevede che tutti  gli ospedali chiusi a seguito del Piano di rientro saranno riconvertiti in strutture per la sanità territoriale.

 

 Tutti gli ospedali chiusi a seguito del Piano di rientro saranno riconvertiti in strutture per la sanità territoriale. Da qui ai prossimi mesi entreranno in funzione 27 Pta (presidi territoriali di assistenza): 23 negli ospedali dismessi e 4 in altri stabili (a Troia, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano, Altamura). Non saranno tutti uguali. Ognuno — come prevede la delibera di giunta regionale approvata l’11 marzo — avrà una conformazione particolare. Vi potranno trovare posto: ospedali di comunità (gestiti dai medici di famiglia per ricoveri di 24 ore), attività medica di base (dottori che riuniscono i propri studi in un unico luogo), assistenza specialistica di base e di diagnostica (per specialisti dell’Asl o macchine per radiografie, eco, tac, eccetera), punti di primo intervento, consultori, attività di riabilitazione. In pratica tutto quello che si può e si deve fare per evitare di andare ad intasare le corsie degli ospedali.
All’interno di alcuni Pta potranno trovare posto anche posti letto per persone gravemente non autosufficienti (si chiameranno in tal caso Rsa-R1) ma che non è opportuno tenere in ospedale. All’attivazione dei 27 Pta sono destinati 60 milioni di euro (fondi europei). I posti letto di queste strutture passeranno dagli attuali 445 a 1.245. Gli altri Comuni (a parte i quattro citati prima) nei quali troveranno posto i Pta sono: Torremaggiore, San Marco in Lamis, Monte Sant’Angelo, Minervino, Spinazzola, Rutigliano, Gravina, Bitonto, Ruvo, Gioia del Colle, Noci, Grumo, Conversano, Mesagne, Ceglie Messapica, Cisternino, Massafra, Mottola, Campi Salentina, Nardò, Poggiardo, Maglie, Gagliano del Capo. Hanno illustrato la delibera il governatore Nichi Vendola e l’assessore alla sanità Donato Pentassuglia. «In dieci anni — ha osservato Vendola — sono stati investiti 570 milioni nella cosiddetta sanità territoriale». Le strutture erano 329 nel 2005, sono diventate 787 nel 2015.