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Reporter della tua città – Quando puliranno vicino al Pizzomunno?

Il paesaggio offerto dal Pizzomunno rovinato dai rifiuti in spiaggia

Il paesaggio offerto dal Pizzomunno rovinato dai rifiuti in spiaggiaDa metà maggio un cumulo di immondizia sta imbruttendo uno degli scorci più suggestivi di Vieste e dell’intero Gargano, tra l’indifferenza di chi dovrebbe preoccuparsi di rimuoverlo. Ai piedi del Pizzomunno, all’inizio della spiaggia Scialara, sul lungomare Enrico Mattei, detriti di ogni genere fanno bella mostra di sé a turisti e residenti, nonostante i continui appelli per chiederne la rimozione. Dettaglio dei rifiuti dimenticati sulla spiaggia

Si tratta di materiale accumulato da chi ha pulito le aree che ospitano gli stabilimenti balneari “Lido L’approdo” e “Lido Hotel Merinum” ma che non possono essere rimossi dai cittadini in quanto si tratta di rifiuti speciali che possono essere prelevati e smaltiti esclusivamente dalla ditta incaricata a raccogliere la spazzatura. Le sollecitazioni, dapprima solo verbali ma poi presentate anche in forma scritta, non hanno portato ad alcun risultato se si esclude un sopralluogo degli agenti della Polizia Municipale, risultato al momento infruttuoso. A lanciare l’allarme e a chiedere con insistenza la rimozione dell’immondizia dalla spiaggia è Saverio Lioce, gestore del bar dello stabilimento balneare “Lido L’approdo” che, nel constatare il disinteresse delle autorità competenti sulla questione, da giorni ha deciso di intraprendere una iniziativa singolare: “Ogni mattina pubblico sul mio profilo Facebook una foto di questo cumulo di sporcizia, con la speranza che anche i miei amici sul social si associno alla protesta”. Obiettivo raggiunto, visti i numerosi commenti e le condivisioni che quotidianamente ricevono i suoi post. “Voglio sperare – prosegue Lioce – che si tratti di un problema di natura organizzativa, e non politica”. Già, perché Saverio è sposato con Mariateresa Bevilacqua, attivista del Movimento 5 Stelle, risultata la maggior suffragata a Vieste alle recenti elezioni regionali. “Non voglio credere che si possa arrivare a livelli così bassi di vendetta, per penalizzare chi? Me, mia moglie o l’immagine dell’intero paese?”. Il Pizzomunno, simbolo di Vieste, è costantemente oggetto di scatti da parte di chi lo fotografa, ma il cumulo di immondizia che lo precede ne rovina il suo fascino.

Ma quella della spazzatura abbandonata sulla spiaggia non è l’unica battaglia che Saverio Lioce sta portando avanti da qualche tempo: ha, infatti chiesto maggiore tutela e salvaguardia della villetta che si trova alle spalle del bar, realizzata anni or sono con lo scopo di renderla un salottino di elite, ma diventata sede di bivacco di extracomunitari per dormire ed espletare i propri bisogni fisiologici. “Lo scorso anno, quando ho preso in gestione questa attività, ho avuto numerosi scontri (in alcuni casi quasi fisici) con queste persone, soprattutto con chi cercava di accampare diritti con strafottenza e arroganza. Con molti di loro ho instaurato un buon rapporto, una volta chiarite le posizioni reciproche da assumere, e sono graditi ospiti del mio bar, ma con altri non è proprio possibile. E’ una battaglia che porto avanti da solo, senza la collaborazione delle forze dell’ordine che ho più volte interpellato”. 

La ringhiera arrugginita e basculante

Oltre a questo, l’incuria nei confronti di quella villetta sta diventando anche pericolosa: le ringhiere non hanno mai ricevuto manutenzione e si sono arrugginite, staccandosi dal muretto, divenendo un problema di grave entità non sottovalutabile. “Sarei disposto a farle sistemare a spese mie, ma non essendo di mia proprietà non vorrei avventurarmi in lavori senza autorizzazione, perché rischierei di essere denunciato dal Comune”.

Insomma, tra immondizia, accampamenti e ringhiere arrugginite, il simbolo viestano subisce l’indifferenza di chi ci amministra; e rifacendoci alla nota legenda, se alla prossima luna piena Pizzomunno dovesse riprendere le sembianze umane, prima di trascorrere la notte d’amore con Cristalda, siamo certi che andrebbe a dirne quattro a chi di competenza.