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Ha scelto il Malawi per riaprire le scuole “e dare una speranza”

 

Davide Maggiano, 26 anni, papà di Peschici e madre di Teor, perito tecnico per il turismo: «C’è ancora molto da fare: dal pozzo all’orto alle finestre».

Da perito tecnico per il turismo a volontario in Malawi, uno dei Paesi più poveri al mondo, dove malaria e aids sono nell’aria che si respira, dove la fame uccide e dove le scuole per l’infanzia sono chiuse perchè gli insegnanti non sono pagati. Una nazione in cui non si trovano i soldi per acquistare le farine per il porridge dei bambini; e dire che basterebbero 10 euro al mese per provvedere a 45 alunni.

Questa è la realtà in cui ha deciso di vivere Davide Maggiano, per gli amici Davis, udinese di 26 anni, il ragazzo che riapre le scuole in Malawi. Ogni giorno si alza alle 5 del mattino per raggiungere la scuola di Tonelopo a piedi, che, dopo tanto tempo è stata rimessa in piedi, visto che, assieme ad altri volontari è riuscito a raccogliere i fondi necessari per comprare cibo per i bambini per due mesi e comprare quaderni, penne e un manuale per l’insegnante, dopo aver ricostruito i muri della scuola.

«Abbiamo comprato sacchi di biscotti per festeggiare l’evento di riapertura – commenta entusiasta Davis –,ma il lavoro è ancora tanto. Dobbiamo organizzare l’orto, comprare le verdure da seminare per rendere la scuola autonoma. Dobbiamo acquistare e installare un impianto per un contenitore da 120 litri per l’acqua, rifare il tetto per la stagione delle piogge e il pavimento, la porta finestra…» continua Devis, insegnante tuttofare che, nel tempo libero, organizza anche i corsi per formare gli insegnanti in pedagogia, igiene, inglese e cultura generale.

Nato nel paese di Padre Pio, da padre pugliese e madre di Teor, ha lavorato nei bar, nei ristoranti, negli hotel come cuoco, aiuto cuoco, barista, quindi operatore e guida turistica. Innamorato dell’arte e delle tradizioni, ha istituito il Museo etnografico dei nonni a Peschici.

Nel 2009 si è trasferito a Udine, dove ha vissuto una stagione di studi intensi, fino ad approdare ai corsi di Educazione professionale e sociale, i seminari della Scuola steineriana, partecipando al bando come Educatore sociale volontario per la Polonia per bambini vittime di abusi e maltrattamenti.

«Da quell’esperienza in Polonia mi sono accorto che per me era importante aiutare, insegnare, giocare, cercare di far nascere il sorriso nei bambini ed aiutarli a imparare cose nuove» ammette.

Al rientro a Udine ha intrapreso attività professionali nel settore della ristorazione, ma il solco era già stato tracciato. «La mia strada – ammette – era tornare a lavorare per i bambini per trovare o creare quel sorriso che ti apre il cuore. Per fare questo dovevo aggiornare la mia formazione» è il racconto di Davis.

Così, dopo un periodo di formazione in Danimarca come insegnante di sviluppo umanitario e un’esperienza semestrale con bambini affetti da traumi e disturbi mentali e depressivi, si è iscritto alla One world università Mozambique che lo ha inviato in Africa per il progetto di sviluppo umanitario presso la Dapp (Development aid people to people).

Laggiù ha investito tutto nel progetto Zikomo e, mentre per molti suoi coetanei il problema maggiore è quello di decidere dove trascorrere le vacanze, Devis lavora pensa a rimettere in piedi le scuole.

«Se solo ci ricordassimo noi europei della fortuna che abbiamo – riflette Davis –, se solo ricordassimo di essere attenti a consumare beni preziosi, se solo ci ricordassimo di aiutare a donare una piccola possibilità per creare un sorriso o una speranza allora il mondo sarebbe diverso». Come dagli torto?

Alessandra Ceschia
"Messaggero Veneto"