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Unione di Centro/ ORGOGLIO DEMOCRISTIANO. Riceviamo e pubblichiamo.

La mitologia ci ha consegnato il racconto del padre che mangia i propri figli per paura di essere spodestato dal trono. Tanto era il suo timore che alla fine, preso dalla ingordigia, finì per mangiare una pietra, credendola il figlio in fasce. La morale è che il tempo divora tutte le cose che esso stesso crea.
Così Matteo Renzi, lontano dall’essere una divinità mitologica, ha però la stessa ingordigia. Il suo “stai sereno”, diventato tristemente famoso, è una sorta di “buon appetito”. Mangia i suoi potenziali avversari, credendoli pericolosi per il suo regno.
Lo ha fatto con Bersani, nella corsa alla segreteria del partito. Lo ha ripetuto con Enrico Letta, spodestandolo da Palazzo Chigi. Non ha neanche lasciato in pace il padre, con quella irrispettosa romanzina telefonica. Pure Gentiloni è finito tra le sue fauci affamate di potere e consensi. Si prende beffa anche delle firme di migliaia di cittadini italiani che non vogliono i voucher sul lavoro. Solo con le banche e i poteri forti non è riuscito a far valere il suo proverbiale appetito. Nelle stanze della finanza non è lui a condurre le danze, ma sono altri che imbandiscono la tavola e preparano le pietanze. A Renzi non resta che sparecchiare e coprire le macchie sulla tovaglia.
Possibile che nessuno riesce a mettere a dieta l’affamato fiorentino?
Possibile che si debba subire questo continuo vilipendio della tradizione democratica cristiana che ha contribuito alla nascita del Partito democratico?
Gentiloni, pur arrivando dalle fila della Margherita, resta in silenzio e attaccato alla sua poltrona. E mentre accoglie i grandi della terra a Taormina, subisce la defenestrazione del suo segretario che vuole elezioni immediate. Bersani e compagnia bella, non hanno trovato di meglio che andare via dal Pd. Preferendo la fuga alla battaglia. Enrico Letta ha preferito rifugiarsi all’estero, quasi un esilio per dimenticare la coltellata renziana (nello stile già sperimentato da Bertinotti e D’Alema contro Romano Prodi).
Insomma, gli esponenti della Margherita, tutori dei valori democristiani e popolari, hanno subito maltrattamenti e sonori schiaffi senza reagire, senza alzare la voce, senza provare a costruire qualcosa di diverso rispetto a un partito che voleva solo i loro consensi e i loro patrimoni. Renzi caccia tutti e gestisce un patrimonio ereditato senza fare sforzi. Mentre gli altri devono cercarsi fondi per le loro attività politiche, lui incrementa le proprie disponibilità e la potenza di fuoco per le future campagne elettorali.
Si può continuare a tollerare questa situazione? Ma quelli della Margherita hanno gli attributi o sono solo dei figuranti in mano al segretario del partito?
Cari Gentiloni e Letta ma dopo esservi svenduti il patrimonio, ora siete disponibili a svendervi anche l’anima?
Nel momento di difficoltà va benissimo la meditazione, ma poi occorre prendere una decisione e agire. Il temporeggiare non è arte da coltivare in questi momenti. Chi aspetta finisce cotto e mangiato. Occorre riscoprire l’orgoglio democristiano, quello che ha permesso la creazione di una nazione moderna e che ora Renzi vuole assoggettare alle sue mire di potere.
Cari Gentiloni e Letta suonate le vostre trombe. Fate echeggiare i vostri campanili. Perché dopo avervi fottuto il passato, ora vi vogliono fottere anche il futuro.