Menu Chiudi

Carpino/ Parte la nuova Amministrazione ma con tanti mal di pancia

La nuova giunta di Carpino, la prima di Rocco Di Brina sembra in dirittura d’arrivo. Ne faranno parte Caterina Foresta (l’unica donna), Nicola Maria Palmieri, Santino Basanisi, Matteo Silvestri. In alto mare le deleghe. La battaglia è tutta interna alle “correnti” della maggioranza. Malumori, in particolare arriverebbero da Michele Grillo. Ma a tenere banco non è solo il confronto interno alla maggioranza per le deleghe, ma anche il mancato rispetto della parità di genere. Ad evidenziarlo un documento della minoranza con primo firmatario Rocco Ruo, a cui si sono aggiunti: NicolaMariaTrombetta, Rocco Manzo e Giuseppe Gentile. Documento inviato, olte al sindaco Di Brina e consiglieri, anche al Prefetto di Foggia ed alla Consigliera Regionale di Parità, Serena Molendini. “La legge 56 del 2014 – è evidenziato nel documento – nota come”legge Delrio”, statuisce che: nelle giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico. Si è dunque in presenza di un obbligo in capo al sindaco che deve nominare la giunta. Un obbligo a che sia rispettato il principio costituzionale di pari opportunità tra i sessi nel momento in cui viene predisposta la nomi¬na dell’esecutivo. Prima dell’entrata in vigore della citata legge n. 56/2014, le leggi previgenti, si limitavano a proporre le pari opportunità in maniera non strettamente vincolante ma con disposizioni di carattere programmatori. E’ giusto chiarire – scrive Rocco Ruo – che la disposizione di legge non si applica retroattivamente, non potendosi configurare come parametro di legittimità dei provvedimenti di nomina adottati prima della sua entrata in vigore”.
“La recente giurisprudenza è chiara: la percentuale del 40% a partire dalla data in cui la legge n. 56 del 2014 ha assunto valore di legge ha valore cogente e precettivo. In tutte le decisioni (di diversi Tribunali Amministrativi Regionali) si fa esplicito riferimento all’obbligo da parte del sindaco di svolgere attività istruttoria volta ad individuare all’interno del Consiglio e soprattutto all’interno della società civile, nell’ambito del bacino territoriale di riferimento del Comune, personalità femminili in possesso delle qualità-doti professionali, nonché condivisione dei valori etico-politici propri della maggioranza uscita vittoriosa alle elezioni – idonee a ricoprire l’incarico di componente la giunta municipale. Molte delle decisioni prese dai TAR sono state appellate e confermate dal Consiglio di Stato. Il rispetto delle quote rosa è un principio garantito dalla Costituzione e può essere derogato solo per garantire la continuità dello svolgimento delle funzioni politiche, quando l’impossibilità di assicurare la presenza dei due generi sia adeguatamente provata tramite un’accurata e approfondita istruttoria e un’ altrettanto adeguata mo-tivazione. Lo ha ribadito la quinta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza 406/2016. Nel decreto di nomina della giunta Comunale del sindaco Di Brina non vi è traccia che vi sia stata un’ accurata e approfondita istruttoria né vi è straccia di un’adeguata e puntuale motivazione del provvedimento sindacale di nomina degli assessori che quella percentuale del 40% non sia stato possibile rispettare. Orbene, il nostro Sindaco – chiude il documento – avrebbe benissimo potuto procedere alla nomina di un assessore di sesso femminile anche esterno anche in considerazione che l’art. 27 dello Statuto Comunale vigente avrebbe permesso ciò”.