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LA CITTA’ VISIBILE: l’odonomastica di Vieste, dall’Era Antica ad Epoca Contemporanea di MATTEO SIENA

Via Pola
(ex Largo Pozzo Salso e strada Pozzo Dentro)

E una delle vie più belle, caratterizzata da alti mugliali, dai bassi con ampie arcate e da balconi che si affacciano sull’immensità del mare inebriandosi delle rosee aurore e dei sanguigni tramonti. Vede, inoltre, stagliarsi all’orizzonte il Faro con i suoi tre raggi ruotanti, che fa bella mostra sull’isolotto di S. Eufemia. Anticamente la via era ricordata come strada di Pozzo Dentro, per la presenza, nello slargo, in cui confluiscono via S. Francesco e via Carlo Mafrolla, di un pozzo di acqua sorgiva salmastra, conosciuto anche come il Pozzo della Città, perché gran parte della popolazione vi attingeva.
La fascia costiera, era munita di alte e poderose mura, la cui testimonianza ora è data dal solo resto del muro di contenimento del terrapieno e dalle tracce della base semicircolari di un barbacane.
Prima di imboccare la strettoia di via Pola, quasi di fronte al Museo Malacologico, vi era un altro pozzo, detto Salso, per l’acqua salmastra, che serviva sempre alla bisogna delle massaie.
Il Museo presenta un migliaio di esemplari di conchiglie, molte delle quale sono state pescate nel mare che bagna il Gargano, mentre le altre provengono dagli oceani, in particolare da quello Indiano e dal Pacifico. Anche se privato, è riconosciuto dal Ministero della Cultura e della Marina. A quanto pare, per la varietà e la quantità degli esemplari, è additato come il più ricco ed attrezzato Museo Malacologico non solo d’Italia anche dell’Europa.
Nei pressi della curva e in altri locali a pianterreno vi erano le concerie della città.
La strada è dedicata a Pola, città dell’Istria, che, con quelle intitolate a Trento, Trieste, Gorizia, Fiume, Zara e Istria, ricorda il fremito di patriottismo che spinse l’Italia nel 1915/18 alla I Guerra Mondiale per liberare quella parte Nord orientale ancora inglobata nello Stato austriaco e nel 1945 le uccisioni perpetrate dai titoisti contro gli italiani.
Gli anziani ricordano lo scambio commerciale che Vieste, da tempi immemo¬rabili, aveva con queste città e con quelle della Dalmazia, esportando olio, vino, grano, agrumi, legname e importando liquori, tessuti, pelli.
Dopo l’ultima guerra con il Trattato di Pace di Parigi del 1947, Pola con la penisola dell’Istria, ad eccezione di Trieste e Muggia, passò sotto la giurisdizione della Jugoslavia.

LA CITTA’ VISIBILE
L’Odonomastica di Vieste, dall’Era Antica ad Epoca Contemporanea
MATTEO SIENA