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Dal 7 gennaio al via le richieste di contributo per le gelate

Dal 7 gennaio 2019 sarà pos­sibile presentare la richiesta di contributo per i danni da gelate che hanno mandato in fumo l’o­livicoltura pugliese. E’ il primo effetto della ‘mobilitazione Salvaolio’ di Coldiretti Puglia che, dopo la manifestazione del 31 dicembre a Bari, si sposterà a Roma l’8 gennaio per ottenere dal Governo il riconoscimento dello stato di calamità naturale. “Come promesso dall’Assessore regionale Di Gioia il 31 dicem­bre, la modulistica è già a dispo­sizione degli uffici Coldiretti. E’ un primo atto concreto per ac­celerare la concessione del con­tributo per i danni da gelate, at­tivabile grazie alla legge appro­vata in fase di assestamento di bilancio”, dichiara il Presiden­te di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Nel corso dell’incon­tro con la delegazione di Coldi­retti, l’Assessore Di Gioia ha ga­rantito che, se mai i fondi nazio­nali non fossero sufficienti nonostante il riconoscimento del­la calamità, andrà a rimpingua­re con risorse regionali il capito­lo di spesa aperto a luglio, su ri­chiesta di Coldiretti Puglia con una legge ad hoc che dispone di 1 milione di euro, al momen­to assolutamente insufficiente a far fronte anche in mini parte al danno”, conclude Muraglia. “La Regione Puglia alla de­legazione – spiega il Vicepresidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, a capo della mo­bilitazione a Bari – ha ribadito che il grave problema delle ge­late in Puglia va gestito con la dichiarazione dello stato di ca­lamità che è di competenza na­zionale, perché l’agricoltura pu­gliese ha la stessa dignità delle altre regioni”. Nel 2018 la Puglia ha perso “317 milioni di euro di Produzione Lorda Vendibile del settore oleario e oltre 1 milione di giornate risultano azzerate – conclude il Presidente Caval­lo – mentre il settore olivicolo e l’intero indotto non sanno come andare avanti da gennaio a set­tembre sono stati importati 304 milioni di euro di olio dall’estero”. E’ forte la preoccupazione del moltiplicarsi di frodi e spe­culazioni, con olio di bassa qua­lità venduto come extravergi­ne o olio straniero spacciato per italiano – aggiunge Coldi­retti Puglia – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della die­ta mediterranea e togliere il se­greto sulle importazioni di ma­terie prime alimentari dall’este­ro perché sapere chi sono gli im­portatori e quali alimenti impor­tano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio van­taggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. L’Italia è anche un grande Paese consumatore con gli ac­quisti di olio di oliva a persona – aggiunge Coldiretti – che sono attorno ai 9,2 chili all’anno, die­tro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. Secondo un’inda­gine Ismea 9 famiglie su 10 consumano olio d’oliva tutti i giorni, nel rispetto di uno stile alimen­tare fondato sulla dieta mediterranea che ha consentito al Belpaese – conclude Coldiretti – di conquistare primati mondiali di longevità, tanto che la speran­za di vita degli italiani è salita a 82,8 anni, 85 per le donne e 80,6 per gli uomini.