Tra Oggi e domani il Parco nazionale del Gargano è atteso da un doppio appuntamento. Sono infatti in programma mercoledì 22 maggio alle ore 15,00 la seduta della comunità dei 18 sindaci dell’area protetta (più ente Provincia ed ente Regione) e giovedì 23 maggio, alle ore 16, quella del consiglio direttivo, convocata dal vicepresidente Claudio Costanzucci. La comunità è chiamata ad evadere due accapi. Più impegnativo invece il compito per l’indomani degli otto membri del consiglio direttivo (oltre a Costanzucci, Pasquale Coccia, Michele Sementino, Luigi Di Fiore, Michele Merla, Marco Lion, Massimo Monteleone e Francesco Riga) con ben otto accapi da licenziare, tra i quali da segnalare – per la loro valenza politica amministrativa- oltre a quelli evasi dalla comunità il giorno prima (il direttivo – va ricordato- per approvarli necessita – come prevede la normativa- del parere preventivo dei sindaci), anche le determinazioni sull’adozione del piano della performance 2019/2021 e le determinazioni sull’avviso del direttore (ottavo ed ultimo accapo). E proprio su quest’ultimo punto sono catalizzate le attenzioni dei convenuti. A tal proposito va fatta una piccola premessa: l’ente Parco (senza presidente dall’aprile 2017) è senza direttore effettivo da tempo immemorabile. Va avanti con i facenti funzioni (dipendenti delegati allo scopo che in sostanza agiscono da supplenti). Attualmente è di turno Carmela Strizzi. Lo è da settembre 2015. Ovvero da quasi 4 anni. Se sulla figura apicale del presidente manca l’accordo politico istituzionale tra il ministro Sergio Costa ed il governatore di Puglia Michele Emiliano (quest’ultimo fermo alla proposta ufficiale di Gianni Maggiano, l’avvocato di Peschici, avanzata a dicembre 2017, quando c’era Galletti come Ministro Ambiente, governo Gentiloni), su quella del direttore la strada si è fatta accidentata. Infatti tra feroci polemiche tra le due fazioni (i territoriali e gli esterni) all’interno del direttivo (ognuno spinge per i propri candidati) e bocciature varie dei bandi da parte del Ministero, i tempi si sono allungati a dismisura.
Francesco Trotta