E’ stato un vero tour che ha toccato quasi tutti i comuni del Gargano quello di Saverio Siorini, presidente del comitato Terra Nostra Gargano, costituitosi quasi un anno fa, a seguito della protesta degli allevatori, agricoltori, itticoltori e cacciatori del promontorio nei confronti dell’Ente Parco, esasperati dalle regole troppo stringenti dell’area protetta e dalle aggressioni della fauna selvatica a colture e bestiame.
Da allora il comitato si è dato un’organizzazione e diversi obiettivi, proponendo le proprie istanze alla comunità e alle istituzioni: ridefinizione del perimetro dell’area protetta, revisione dei vincoli amministrativi, gestione efficace della fauna selvatica.
Siorini ha promosso una serie di incontri con i sindaci dei comuni garganici per discutere di questi temi, con un riscontro, in termini di ascolto, più che positivo. Hanno risposto alle sollecitazioni del presidente il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, di Cagnano Claudio Costanzucci, di Vico Michele Sementino, di San Giovanni Michele Crisetti, di Apricena Antonio Potenza, di San Nicandro Costantino Ciavarella, di Rignano Luigi Di Fiore, di San Marco Michele Merla e di Ischitella Carlo Guerra.
“Gli incontri sono stati molto costruttivi – ha spiegato a l’Attacco Siorini -, ho colto che i sindaci vedono di buon occhio l’arrivo del nuovo presidente Pasquale Pazienza. Certo, un pò di cose andrebbero riviste, in particolare in termini di sicurezza. Secondo i sindaci il problema della fauna selvatica riguarda maggiormente la presenza di cinghiali e molti di loro pensano che in effetti l’indennizzo riconosciuto dall’Ente in caso di attacchi al bestiame non è di sufficiente ristoro.
Ma purtroppo i parametri non sono decisi dal Parco, che però dovrebbe fare da tramite presso gli enti preposti. Quanto alla riperimetrazione, alcuni amministratori pensano che potrebbe essere una soluzione, altri hanno avanzato l’ipotesi di escludere dalla tutela quelle aree che non hanno un valore paesaggistico o ambientale ma che potrebbero essere utili per l’insediamento di nuove attività produttive o il potenziamento di quelle esistenti.
Ora l’idea è quella di proporre un documento condiviso tra i comuni, sottoscritto dai sindaci, in cui identificare le criticità del Parco e proporre le soluzioni”.
Intanto prosegue la raccolta firme tra i cittadini del promontorio promossa dal comitato, domenica scorsa ha fatto tappa a Manfredonia. Sono circa 12 mila le sottoscrizioni raccolte finora.
“Non faccio fatica a crederci – ha commentato Merla a l’Attacco-. Capisco che le persone possano essere arrabbiate ma immagino che sia più una reazione di pancia, perchè appare all’esterno che ci siano solo vincoli, spetta alla dirigenza cambiare questa concezione.
Il Parco rappresenta una risorsa e non credo vadano rivisti i confini né le regole. C’è bisogno che l’ente faccia la sua parte, per far fronte ai problemi di tutti. In più le leggi nazionali e regionali, anche senza Parco, imporrebbero i medesimi vincoli, sarebbe un paradosso quindi privarci dell’area protetta tenendoci le restrizioni”.
E’ anche giusto riconoscere che le difficoltà di certi settori produttivi non verrebbero meno liberandosi del Parco, ha sottolineato Costanzucci. “Da sindaci è logico che siamo dalla parte dei nostri operatori economici ma non credo che il Parco sia responsabile della mancanza di insediamenti produttivi.
Le procedure burocratiche vanno certamente snellite ma le lungaggini sono un problema che riguarda il Paese, non il Parco. Non credo quindi che si possa fare un passo indietro sull’area protetta. Tante zone fuori dal Parco sono più depresse delle altre, mi sembra solo che si voglia trovare un capro espiatorio”.
Nobiletti è stato chiaro: “A Vieste non avvertiamo nessuna esigenza di riperimetrazione, per noi il Parco è un’opportunità che va colta. Non vediamo tutte queste limitazioni e quindi non condivido l’astio nei confronti dell’ente. Il Gargano va preservato e protetto, altrimenti radiamo al suolo tutto e non se ne parli più”.
Per Carmine Danelli, sindaco di Rodi non è la riperimetrazione la priorità che il Parco deve affrontare. “Se però un domani mi verrà prospettata una analisi che evidenzia vantaggi per il territorio potrei anche essere d’accordo – ha precisato il primo cittadino -, purché non si tratta di trovate poco serie.
Detto questo il Png è sempre una risorsa, ma se si pensa ancora che possa rappresentare un freno alla cementificazione, alla speculazione, si sbaglia. Giusta la tutela ma se bisogna fare una lotta di 6 mesi per aprire una finestra, diventa inutile. Parco sì quindi ma con buon senso”. Di tutt’altro avviso Potenza che ha ricordato che già qualche anno fa è stata approvata una delibera di consiglio per uscire dal Parco.
“Una provocazione, certo ma stiamo pensando davvero di chiedere la riperimetrazione di un ente che dalla sua nascita è stato un flop, un carrozzone per sistemare amici di amici, senza benefici per il territorio e limitazioni degli investimenti. Anche le governances che si sono succedute (ad eccezione di Costanzucci) sono state deludenti. Anche la norma è sbagliata, con le nomine che arrivano da Roma mentre ci sarebbe bisogno di chi si sporca le mani nella gestione del territorio”.
Lapidario anche Fentini, sindaco delle Tremiti che ha fatto sapere che la proposta di riperimetrazione finirà in consiglio. “Siamo disposti ad ascoltare tutti – ha aggiunto Di Fiore -. Il Parco finora forse ha cercato poco di estrapolare la sua azione dalle norme, la veduta del nuovo presidente sembra essere più lunga, nel rispetto delle leggi. Tuttavia non bisogna escludere nulla per prendere la strada più idonea, neanche la riperimetrazione, se si rivela utile al territorio”.
Cinzia Celeste
l’attacco