Menu Chiudi

Sanità/ Ripartono gli esami e i ricoveri. Ambulatori fino alle 20 anche di sabato. L’obiettivo di Regione e Asl è ridurre le liste di attesa.

Ambulatori potenziati con orario dalle 8 alle 20 anche nelle giornate di sabato e maxiacquisto di presta­zioni diagnostiche e specialistiche dalle cliniche private accreditate. Passa da questi pilastri la Fase 2 del­la sanità, ovvero il piano della Regio­ne per portare il sistema pugliese al­la normalità dalla prossima settima­na dopo la prima ondata dell’emer­genza Covid.

Due anche gli obiettivi principali: ridurre le liste d’attesa che si sono allungate a dismisura in questi mesi di stop e garantire prestazioni ai pugliesi che fino a febbra­io si curavano fuori regione.

Tutto il piano è nelle mani del di­rettore dipartimento Salute della Re­gione, Vito Montanaro. È lui, a capo della task force per l’emergenza Co­vid, ad aver firmato la circolare che la Regione invierà nelle prossime ore a tutte le Asl, ai due Policlinici e Irccs contenente tutte le disposizio­ni per la progressiva riapertura de­gli ospedali.

Fra le prime discipline che torneranno alla normalità ci so­no chirurgia generale, chirurgia to­racica, neurochirurgia, cardiochi­rurgia, cardiologia d’urgenza. Si par­tirà dalle prestazioni che erano diffe­ribili 60 giorni fa e che ora sono di­ventate urgenti. In questi due mesi quasi tutte le prestazioni (visite, esa­mi, ricoveri) non urgenti si sono fer­mate, tranne che per qualche ecce­zione come nel caso delle malattie oncologiche. Ora però anche le pre­stazioni che erano rinviabili due me­si fa sono diventate urgenti.

«L’intervento per l’ernia del disco programmato a febbraio e poi slitta­to – spiega non a caso il direttore Montanaro – adesso non è più diffe­ribile, visto che quella patologia nel frattempo può essersi aggravata o complicata». Il percorso è chiaro: «Se l’utente è in una lista di attesa, nel momento in cui ripartiremo con le prestazioni ambulatoriali e con i ricoveri – spiega il direttore genera­le dell’Asl Bari, Antonio Sanguedol­ce – sarà l’azienda a contattare il pa­ziente in attesa per ordine di priori­tà riprogrammando l’intervento o la visita».

Se invece il paziente non è in lista di attesa, accede tramite il pron­to soccorso in caso di urgenza o fa in­serire la sua prenotazione in lista tra­mite medico curante. Dunque non cambia nulla nel percorso per il pa­ziente. Cambiano invece le modali­tà da rispettare negli ospedali: sanificazione dei luoghi, mascherine ob­bligatorie per personale ospedalie­ro e paziente. Per ora si esclude la possibilità di sottoporre a tampone tutti i pazienti prima del ricovero.

A proposito di liste d’attesa, sono state sospese per due mesi, dal 9 marzo scorso, le agende delle presta­zioni differibili (cioè quelle da effet­tuare entro 60 giorni) e programmabili (entro 120 giorni).

La strategia del capo dipartimento regionale Montanaro punta su due canali: po­tenziare l’attività ambulatoriale e poliambulatoriale degli ospedali pubblici su appuntamento con pre­stazioni di radiodiagnostica o spe­cialistica medica con turni dalle 8 al­le 20, sabato compreso (con attività straordinaria o tramite nuove assun­zioni dove è possibile).

L’altro cana­le è quello dell’acquisto di prestazio­ni extra dalle cliniche private accre­ditate. La Regione intende sfruttare il budget non speso dalle cliniche private in questi due mesi a causa del Covid per acquistare prestazio­ni diagnostiche e ambulatoriali in più da qui a giugno (senza sforare i tetti annuali) di modo tale da smalti­re più rapidamente le liste d’attesa.

Sul tema la Regione ha intenzio­ne di convocare sindacati e parti da­toriali per concordare la stratega messa a punto. «Ma si tratta – fanno capire in Regione – di un’occasione unica per affrontare seriamente il problema delle liste d’attesa».

D’al­tronde il potenziamento delle pre­stazioni si rende necessario anche per assicurare le cure a tutti i puglie­si, diverse migliaia, che prima dello scoppio dell’emergenza Covid anda­vano negli ospedali del Centro-Nord per farsi curare. Quanto all’emergenza Covid, la Regione si prepara alla progressiva disattivazione, pun­tando a tenere attivi tra 600 e 800 posti letto di Terapia intensiva, Ma­lattie infettive e Pneumologa.

Antonello Cassano

repubblicabari